Venezia, alla Mostra del cinema il Cristo delle periferie di Enrico Pau

Ultimi giorni della Mostra d’Arte Internazionale del Cinema di Venezia, ultime attese proiezioni e primi premi collaterali, attendendo i “Leoni”, scelta difficile per la giuria presieduta dall’attrice Annette Bening, perché quest’anno il livello artistico dei film in concorso é stato veramente ottimo.

Intanto, inizano a ottenere riconoscimenti film amati anche dagli spettatori.

Il Sncci (sindacato dei critici cinematografici) ha già decretato il suo vincitore: l’affascinante animazione “Gatta cenerentola” di Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarneri, Dario Sansone, che vale il paragone con i colossi americani di questo genere.

Il premio Imae Talent, alla sua terza edizione, invece, segnala, premiandoli, gli attori emergenti. E non sbaglia scegliendo Federica Rossellini, sensibile ed efficace interprete del lungometraggio di Valentina Pedicini (ricordate il suo “Dal profondo” girato in Sardegna nel 2013?) “Dove cadone le ombre” su un terribile episodio di “pulizia etnica” del popolo nomade Jenisch avvenuto nella “civile” Svizzera addirittura fino agli anni settanta. Altrettanto azzeccato l’altro vincitore, Mimmo Borrelli, protagonista, nei panni di un prete coraggioso, ma sconfitto, in “L’equilibrio” di Vincenzo Marra, ambientato, come altri film in concorso nelle varie sezioni veneziane, a Napoli.

Anche la “Settimana della critica” inizia a emettere giudizi. Così il premio del pubblico, supportato dalla SIAE, è andato al film argentino “Temporada de caza” di Natalia Garagiola. Questa sezione collaterale del Festival, sempre orientata a selezionare lungometraggi di autori, magari poco conosciuti in Italia, ma di notevole talento, ha riscosso un ottimo successo. Il Delegato generale della “Settimana della Critica” Giona A. Nazzaro, ha sottolineato questo elemento positivo, ma pure come sia stata un’edizione “nel segno delle donne, che ha rivelato sette nuovi autori di cui sentiremo parlare.”

Nazzaro ha dato, inoltre, un importante spazio alla Sardegna e ai suoi registi. Infatti, se a inaugurare la sezione è stato “Nausicaa” di Bepi Vigna, a chiuderla troviamo “L’ultimo miracolo” di Enrico Pau (nella foto il cast) cortometraggio girato nel 2016 a Cagliari con gli studenti della Celcam (come il film breve di Mereu “Futuro prossimo”).

Mostra del Cinema di Venezia, applausi per i cortometraggi degli studenti sardi

Interpretato, nelle parti principali da Tino Petilli, Mario Faticoni e un mefistofelico Francesco Origo, segna il ritorno di Pau, come lui stesso ha affermato, al racconto delle periferie, alle piccole storie degli “umili”. In forma di favola (la vicenda ha origine proprio da una fiaba siciliana) si narra di un Gesù invecchiato, incapace ormai di compiere miracoli, quasi straziato dalla impossibilità di aiutare chi ha bisogno di una svolta nell’esistenza, sia esso un pescatore che non può lavorare per mancanza di prede, sia un giovane musicista di strada, il quale non riesce più a fischiare i motivetti delle sue esibizioni. Cristo è colpito dalla sofferenza di questo ragazzo, cerca invano di ritrovare i suoi “poteri”. A questo punto l’unica soluzione sembra essere quella di rivolgersi a un mago ambiguo e ai suoi trucchi. Funzionerà? Petilli e Faticoni sono inquadrati in un percorso cagliaritano tra mare, casermoni di periferia e strade affollate di città. Ricordano più Edipo a Colono che i Vangeli e, dunque, per associzione cinematografica, la filosofia e l’estetica pasoliana. D’altronde, il regista di “Accattone” rimane uno dei riferimenti e delle passioni di Enrico Pau. Il cast tecnico unisce i contributi dei giovani studenti con i professionisti con cui collabora spesso il regista cagliaritano come, tra gli altri, il montatore Andrea Lotta e la costumista Stefania Grilli.

Elisabetta Randaccio

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