Time in Jazz, lunedì all’Agnata di Tempio speciale omaggio a De André e Dalla

Si annuncia una giornata particolarmente intensa quella di oggi, lunedì 14 agosto al festival Time in Jazz edizione numero trenta, in pieno svolgimento da martedì scorso fino a mercoledì 16 tra Berchidda e gli altri quattordici centri del nord Sardegna che fanno parte quest’anno del suo circuito.

La musica prende il via, come sempre, a metà mattina: alle 11 tappa a Olbia, nella chiesa di San Paolo, per riascoltare Tomasz Stanko e David Virelles, stavolta in duo, dopo il concerto che la sera prima li avrà visti in azione a Berchidda con il New York Quartet intestato al trombettista polacco. Sulle scene fin dagli anni Cinquanta, Tomasz Stanko è una figura di primo piano della scena jazzistica internazionale, apprezzato da pubblico e critica per la sua inconfondibile voce strumentale, le sue improvvisazioni intensamente liriche e i suoi temi appassionati. Nel corso della sua carriera, il settantacinquenne trombettista ha pubblicato trentasette album come leader e composto musica per numerosi film e produzioni teatrali. Ampiamente riconosciuto come uno dei pianisti più originali al giorno d’oggi, il cubano David Virelles, classe 1983, ha assorbito il carattere di melting-pot di New York nel suo stile, che presenta riferimenti ai ritmi cubani con lezioni apprese da Muhal Richard Abrams, o allude ai primi artisti che hanno influito su di lui, tra cui Andrew Hill e Bud Powell. Ha già all’attivo due album per l’ECM come leader, Mbókò e Antenna, e un terzo in cantiere. È anche membro del nuovo quartetto di Chris Potter e compare nel suo nuovo album The Dreamer Is The Dream.

Nel tardo pomeriggio, alle 18, il festival si sposta a L’Agnata, la tenuta vicino a Tempio Pausania che fu uno dei principali luoghi di ritiro di Fabrizio De André e che ha ospitato momenti memorabili di sette edizioni di Time in Jazz. E sarà un evento decisamente in tema a sancire questo ritorno, proposto in collaborazione con la Fondazione De André: “Le Rondini e la Nina”, questo il titolo, è infatti un omaggio musicale tra jazz e canzone d’autore a Fabrizio De André e a un altro grande cantautore scomparso, Lucio Dalla, attraverso una rilettura originale dei loro repertori. Un progetto nato proprio a Berchidda, nel giugno di cinque anni fa (con il titolo “Laber per Lucio e Faber”), e poi ripreso in qualche altra occasione (come lo scorso dicembre a Orvieto per Umbria Jazz Winter), che vede insieme Gaetano Curreri e Fabrizio Foschini, rispettivamente voce storica e pianista degli Stadio (band “pop-rock d’autore” per auto-definizione), con Paolo Fresu (tromba e flicorno) e Raffaele Casarano (sax) uno dei più promettenti astri del nuovo jazz italiano.
Ma “Le rondini e la Nina” è più di un semplice concerto: è un tributo a due uomini e artisti, Lucio Dalla e Fabrizio De André, che, pur provenendo da contesti differenti, hanno toccato le stesse corde dell’anima, portando con la musica, la poesia e la loro stessa vita, messaggi universali spesso “scomodi”, con una grande capacità di osservazione e apertura al nuovo, come sottolinea Gaetano Curreri:  “Non sarà solo una contaminazione tra jazz ed esperienza cantautorale, ma si proseguirà un percorso in cui i vari linguaggi e generi dell’arte trovino nuove direzioni di sperimentazione, creazione e ricerca, ecco sarà proprio cosi, anzi… sarà vera Improvvisazione, come sarebbe piaciuto a Lucio e a Faber…”.

Lucio e Faber sono anche stati portatori di una serie di valori umani e artistici di cui, pur non avendoli conosciuti personalmente, si sente permeato anche Paolo Fresu: “la canzone di De André è sempre di più la canzone di tutti noi e travalica il senso generazionale. Perché è in grado di parlare a tutti e arriva dritta alla mente e al cuore […] e c’è un parallelismo tra la sua figura e quell’altra amatissima di Lucio Dalla […] perché anche le canzoni di Dalla hanno dato parola agli umili e ai perdenti […]. Parafrasando ancora De André, se ‘dal letame nascono i fiori’ una semplice canzone potrà suggerirci una via luminosa in questo momento buio e Gaetano Curreri, estimatore di Fabrizio e vicino a Lucio più di chiunque altro, lo saprà fare come solo lui sa: con la leggerezza di chi volerà alto sul nostro immaginario, per molto tempo. Voleranno le rondini dunque. Quelle di Lucio con la Nina di Faber”.

Per motivi di sicurezza l‘evento a L’Agnata sarà a numero chiuso. L’organizzazione invita pertanto il pubblico a munirsi di biglietto di accesso, che si può riservare e ritirare gratuitamente alla biglietteria del festival a Berchidda oppure su Vivaticket (www.vivaticket.com) lunedì 14 a partire dalle 10, fino a esaurimento posti. Senza biglietto di accesso non sarà possibile partecipare all’evento. Il check-in del pubblico munito di biglietto avverrà a partire dalle ore 15 presso la zona industriale di Tempio (Lotto A30), e solo successivamente si potrà procedere verso l’ingresso della strada che porta a L’Agnata (bivio San Bachisio sulla strada statale 392). L’accesso sarà consentito a un numero limitato di auto: per questo è consigliato a tutti di arrivare al check–in con almeno tre persone a bordo. Informazioni e aggiornamenti al numero 079 70 47 31; sul sito www.timeinjazz.com e sulle pagine social (Facebook: https://bit.ly/2vvQx8S, Twitter: @timeinjazz).

Altri suoni e atmosfere attendono il pubblico al rientro a Berchidda con la consueta parata per le vie del paese degli Huntertones con le loro sonorità funk, jazz e rhythm & blues a precedere il doppio concerto serale in programma sul “Palco centrale” del festival, in Piazza del Popolo.

Il primo set, alle ore 21.30, propone le atmosfere elettrizzanti del Pipon Garcia Trio, progetto d’avanguardia in arrivo dalla Francia, frutto dell’incontro di musicisti provenienti dalle scene jazz, hip-hop e electro, che mette in comunicazione universi sonori differenti, giocando con le convenzioni e riferimenti alla musica dagli anni Sessanta a oggi. Al timone del trio Philippe “Pipon” Garcia, figura emblematica della sperimentazione e batterista di grande esperienza, che torna a calcare le scene di Berchidda dopo otto anni dalla sua esibizione con il duo “electro-drum’n’jazz” Cosmik Connection, questa volta con un nuovo progetto di fusione all’insegna della sperimentazione estrema e dell’improvvisazione, in cui lo affiancano il cantante senegalese Sir Jean e il contrabbassista Thibaud Soulas.

Come già annunciato, Enrico Rava, che da programma avrebbe dovuto suonare nel secondo set della serata di lunedì 14 con il suo gruppo Tribe, non potrà partecipare al festival per motivi di salute. In alternativa, a salire sul palco di piazza del popolo sarà dunque l’enfant du pays Paolo Fresu, ideatore e direttore artistico di Time in Jazz, alla testa del suo quintetto “storico”, la stessa formazione ad aver acceso la scintilla del festival nel 1988: Tino Tracanna ai sassofoni tenore e soprano, Roberto Cipelli al pianoforte, Attilio Zanchi al contrabbasso e Ettore Fioravanti alla batteria, oltre allo stesso Fresu, naturalmente, alla tromba e al flicorno. Ospiti d’eccezione, due membri del gruppo di Rava Tribe: il trombonista Gianluca Petrella e, al piano Fender, Giovanni Guidi. Nel corso della serata è previsto un collegamento telefonico con Enrico Rava al quale il festival di Berchidda tributerà un premio alla carriera.

Al termine dei concerti sul palco centrale la musica continua nel vicino spazio jazz club allestito davanti al Centro Culturale “Pietro Casu” con il Rent A Trio, composto da Matteo Cara (tastiere), Edoardo Meledina (basso) e Vito Cauli (batteria), più eventuali ospiti.

(Le rondini e la Nina, foto di Riccardo Crimi)

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