La grotta di Gesù Bambino é stata ricavata da un televisore dismesso. Poi ancora cavi, isolatori, rame, lampadine ed altri materiali elettrici recuperati dalla miniera di Serbariu di Carbonia. Il presepe del museo del carbone ha ottenuto il secondo premio nella categoria “Enti, Scuole e Associazioni” alla 41° esposizione internazionale “100 Presepi” di Roma, organizzata dalla Rivista delle Nazioni.
L’opera é stata realizzata dal personale del museo, in particolare da Tony Casula e Gianni Carcassona. “Il sentimento dell’artista – si legge nella nota della giuria presieduta da Mariacarla Menaglia – pervade tutto il presepe e crea le condizioni per cui, da rifiuti di materiale elettrico, si pervenga ad un risultato pregevole. È tutto molto chiaro e ogni materiale ha la sua funzione. Le lampadine, utilizzate come teste per Maria e Giuseppe, riflettono lucentezza; gli interruttori sono adoranti e, cosa strabiliante, a seconda della loro collocazione par che assumano caratteristiche fisionomiche diverse; il rame dà colore e vivacità e tutta la materia é soggiogata al disegno dell’artista. Al di là della curiosità e del divertimento che l’opera suscita, aleggia un senso di tenerezza che ci riporta all’infanzia, alla speranza, e ci rivela i segreti delle fiabe”, è scritto nella nota.