Moda, sbarca in Giappone il sogno di un designer cagliaritano

In tempi di crisi la creatività può salvarci? Questione di talento e di opportunità. Filippo Grandulli, designer cagliaritano con la passione per la moda, ne è convinto e ha investito su se stesso per realizzare un progetto ambizioso: sbarcare in Giappone con una collezione personale. Ma non solo: alla manifestazione fiorentina Pitti Bimbo di qualche settimana fa ha sfilato con “Animamea”, linea per bambini creata insieme ad Ambra Lonis che ha conquistato grande successo di pubblico e critica.

La linea maschile e quella femminile della collezione firmta da Grandulli si basano essenzialmente sul minimalismo, con gusto per la geometria e le asimmetrie studiate, forme morbide e colori basic come bianco, grigio e nero. Ma la vera particolarità è che molti capi possono essere indossati in più modi: abiti che diventano gonne, giacche che si trasformano in gilet e così via grazie a pochi accorgimenti. Le stesse caratteristiche si trovano nella linea per bambini che unisce a questi elementi una dimensione di gioco sottolieneata dal divertente stampato mucca.

Sin da piccolissimo sfogliavo e ritagliavo le pagine delle riviste patinate – ci ha raccontato Grandulli – Il mio percorso parte proprio da quelle immagini perfette che mi spinsero a frequentare esclusivamente scuole creative. Prima il liceo artistico, poi l’Accademia delle Belle Arti di Bologna dove ho studiato scenografia e costume teatrale e infine a Roma dove ho arricchito la mia formazione in un’accademia di make-up che mi ha aperto le porte del mondo della moda. Ho sempre cercato di imparare da tutte le possibilità che si son presentate davanti: i palcoscenici teatrali, le passerelle, gli editoriali. La mia sete creativa non si ė mai placata”.

Il risultato della creatività firmata Filippo Grandulli sono abiti versatili e allo stesso tempo perfettamente in linea con le proposte del mercato: “Ho sempre avuto questa idea di versatilità, ho solo fatto in modo di realizzarla. Io stesso sono poliedrico. Mi piacciono la sperimentazione e le possibilità. Cerco di sfruttare tutte le linee, non riesco a limitarmi e forse ho soltanto scelto il momento giusto”.

Tra le influenze del designer cagliaritano ci sono grandi nomi della moda internazionale come Kenzo, Vivienne Westwood ma soprattutto lo stile minimalista di alcuni nomi scandinavi come Lanvin, Rick Owens e Ann Demeulemeester. Non secondario il fascino dell’Oriente, proprio quel Giappone dove gli abiti di Filippo Grandulli hanno oggi trovato una vetrina: “Il Giappone è un mercato difficilissimo, ho avuto la fortuna di essere notato da un talent scout che lavora per una nota rivista di moda internazionale. Il nostro incontro è avvenuto a Tokyo ed è durato diverse ore. Lui ha apprezzato il design dei mie capi riconoscendovi il gusto degli orientali ma con un tocco italiano. Mi ha spiegato che questo, per loro, è il mix perfetto”.

Qualche consiglio per i giovani creativi che cercano di emergere in un mercato che appare saturo di proposte?
“Avrei tantissimi consigli da dare ma io stesso ne ho ancora bisogno, non si smette mai di imparare. Il più grande è quello di non demoralizzarsi mai, di fare delle esperienze negative un punto di forza per migliorarsi e soprattutto di non sentirsi mai “arrivati”, perché un vero creativo non sarà mai soddisfatto. I momenti bui li affrontiamo tutti, ma non devono mai mancare la sete e la fame di crescere per fare sempre di più. Bisogna avere tantissima pazienza e costanza, cercare di spingersi sempre oltre i propri limiti. Perché spingendo sempre più forte quel portone, prima o poi si aprirà”.

Giacomo Pisano

 

 

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