Il 12 marzo a Elmas premio alla carriera per Giuliano Montaldo

Giuliano Montaldo, uno dei grandi registi italiani della ‘generazione di mezzo’, ritirerà il 12 marzo a Elmas un premio alla carriera e sarà omaggiato, durante la stessa serata, da un concerto di Romeo Scaccia, che interpreterà al pianoforte le musiche composte da Ennio Morricone per i suoi splendidi film. Sarà il momento conclusivo di una rassegna monografica, a lui dedicata, comprendente la sua opera completa, per quanto riguarda i lungometraggi. Si comporrà il ritratto di una lunga, prestigiosa carriera, assai variegata in cui Giuliano Montaldo ha onorato il cinema italiano da regista, da produttore, da operatore e da responsabile culturale.

Si inizierà a conoscere questo straordinario autore attraverso un documentario molto interessante, Quattro volte vent’anni (2013), firmato da Marco Spagnoli, che lo presenterà nel Salone della Cineteca Sarda il 16 febbraio, al debutto della retrospettiva. In seguito, durante gli appuntamenti della manifestazione, gli spettatori, soprattutto i più giovani, avranno modo di apprezzare dei capolavori assoluti come Sacco e Vanzetti (1971), L’Agnese va a morire (1976), Giordano Bruno (1973), alcuni nati dalla collaborazione con il suo attore prediletto Gian Maria Volontè. D’altronde, anche Montaldo aveva mosso i primi passi nel mondo della celluloide come interprete. Lo ricordiamo giovanissimo nel primo film girato da Carlo Lizzani, Achtung banditi (1951), ma anche in alcuni cammei esemplari, come, recentemente, nel Caimano (2006) di Nanni Moretti.

Il regista genovese ha optato sempre per una produzione assai accurata, a volte, lasciando lunghi intervalli tra un’opera e l’altra, costantemente alla ricerca di un film che rispettasse la sua coerenza ideologica e estetica, spaziando dal genere avventuroso a quello decisamente impegnato nel sociale, fino a tentare pure un certo tipo di fantascienza, virata nella fantapolitica, come ne Il giorno prima (1986).

Durante la rassegna, non mancherà una parentesi per la sua interessante produzione documentaristica, con L’oro di Cuba (2009). Senza dimenticare, però, come Montaldo sia stato un autore televisivo, che ha rinnovato il genere ‘sceneggiato’ con il raffinato e spettacolare Marco Polo (1982), il quale, all’epoca, ebbe un grande successo.

La retrospettiva si svolgerà dal 16 febbraio al 12 marzo tra Cagliari e Elmas, grazie all’Associazione Alambicco, in collaborazione con i circoli del cinema La macchina cinema e Gramsci, con la Società Umanitaria-Cineteca Sarda e il periodico on-line Diari di Cineclub; è una delle più complete monografiche sul regista realizzate in Italia e non si esaurisce con le proiezioni. Infatti, sarà anche dato spazio, alla presenza dell’autore, al suo libro autobiografico Un marziano genovese a Roma, scritto due anni fa, a quattro mani con la giornalista-sceneggiatrice Caterina Turicano. Il testo racconta l’avventura cinematografica di Montaldo e le sue scelte estetiche. Come ci disse due anni fa in un’intervista a SardiniaPost, “sicuramente nelle mie opere ho trattato temi a cui tenevo molto. Penso a Gli occhiali d’oro, dove è presente la mia passione e la mia rabbia nei confronti dell’intolleranza, uno dei peggiori mali che può contaminare l’umanità, la madre di tutte le tragedie”.

Elisabetta Randaccio

(foto da comingsoon.it)

 

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