Violenze in una casa di riposo a Nuoro, blitz e arresti: direttrice ai domiciliari

Percosse, schiaffi e calci agli ospiti, tutti ultrasettantenni, della casa di riposo “L’accoglienza” di Nuoro. Spesso gli anziani venivano legati e chiusi in una stanza, specialmente di notte in maniera tale che gli operatori non fossero disturbati. La mattina venivano svegliati prestissimo, preparati e lasciati in stanza, al freddo. Sono alcuni dei dettagli emersi dalla conferenza stampa del procuratore di Nuoro Andrea Garau e del capo della Squadra Mobile di Nuoro Paolo Guiso, sull’operazione che questa mattina ha portato all’arresto della direttrice della struttura, Rosanna Serra, 55 anni, di Nuoro, finita ai domiciliari. La responsabile è coinvolta insieme ad altri cinque operatori, tutti accusati di maltrattamenti ed abusi nei confronti di anziani ricoverati.

I nomi. In carcere, a Badu ‘e Carros, sono finiti invece due operatori sanitari, Gianluca Porcu, 38 anni, e Ignazio Poggiu, 55 anni, entrambi nuoresi. Ai due sono imputate la maggior parte delle botte. Mentre l’obbligo di dimora è scattato per Maria Laura Cadau, 46 anni di Macomer (Nuoro), Luciano Mulas, infermiere 39enne di Ittiri (Sassari) e Genci Nikaj, albanese di 46 anni.

La direttrice. Pesanti le accuse rivolte alla direttrice, la donna era stata coinvolta lo scorso anno da un’indagine della magistratura che riguarda la stessa struttura di via Aosta, ma che ha cambiato nome (prima si chiamava “Residenza famiglia”). In quel procedimento, per cui è indagata insieme con il proprietario della struttura, Gian Luigi Masala, è accusata di abbandono di incapaci. Nella nuova indagine, invece, le contestazioni mosse dalla Procura nei suoi confronti, oltre a maltrattamenti continuati ed aggravati da lesioni gravi, sono anche di violenza e minaccia nei confronti dei dipendenti della struttura affinché questi rendessero agli inquirenti dichiarazioni a lei favorevoli.

Le urla e i video choc. “Aiutatemi, questo mi ammazza”. Sono le invocazioni di un anziano sottoposto a percosse da parte di un operatore sociosanitario. Intercettazioni e filmati con immagini scioccanti nella struttura lager sono state acquisite dalla Polizia di Stato. Il procuratore della Repubblica di Nuoro Andrea Garau ha spiegato che “le urla degli anziani e le invocazioni di aiuto erano quotidiane. Abbiamo cercato di svolgere le indagini nel minor tempo possibile per tutelare gli anziani. Le imputazioni a carico delle sei persone raggiunte da misure cautelari sono gravissime. Persone che hanno agito con vigliaccheria, maltrattando e percuotendo persone inermi che non potevano rispondere alla violenza. Tutto aggravato dal fatto che la direttrice, insieme al gestore della struttura, era già recidiva: a loro carico si aprirà tra pochi giorni il processo a Nuoro in cui sono accusati di abbandono di incapaci”.

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Sono 26 gli ospiti della casa di riposo, tutti ancora nella struttura che non è stata sequestrata. Il capo della Squadra Mobile di Nuoro, Paolo Guiso, ha tenuto a precisare che nella casa di riposo ci sono operatori sanitari “che sanno fare il loro dovere con professionalità e umanità. La cosa fondamentale – ha aggiunto – era bloccare gli operatori violenti e tutelare gli anziani ospiti”. La struttura era già stata sottoposta a sequestro preventivo, quando si chiamava Residenza Famiglia – l’8 giugno del 2015, per una serie di gravi carenze igienico sanitarie, poi parzialmente eliminate. In quell’occasione c’è stata una prima indagine della Procura, partita dopo il caso della morte sospetta di un anziano, e il suicidio, anch’esso sospetto, di una paziente che si era lanciata dal quarto piano.

Le misure cautelari sono state eseguite dalla Squadra Mobile di Nuoro che stamattina ha effettuato il blitz. I sei sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di maltrattamenti e violenze ai danni dei degenti molti dei quali affetti da handicap o gravemente malati. Sono ancora in corso decine di perquisizioni domiciliari.

L’operazione arriva a tre mesi di distanza dalla grande inchiesta su abusi e maltrattamenti all’Aias di Decimomannu che ha portato all’arresto di quattro operatori socio-sanitari e alla sospensione dal lavoro per gli altri indagati, tra cui la direttrice della struttura.

(Foto Ansa)

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