“Siamo ancora in allerta, non in emergenza“. È la prima cosa che dice Pietro Massidda, il responsabile della Sori, la sala operativa regionale integrata, lì dove tra computer e maxi schermi la Protezione civile terrà sotto controllo, per le prossime 72 ore, la tempesta di pioggia che potrebbe abbattersi sulla Sardegna.
In via Biasi 7 a Cagliari, sede della Sori, da mezzogiorno sono passati al codice rosso. Vuol dire “sala operativa rinforzata con personale del Corpo forestale, dell’Ente foreste e dei vigili del fuoco”, spiega Massidda. Telefoni fissi e cellulari squillano senza sosta e i monitor con la mappa della Sardegna cominciano ad accendersi.
In questo breve video girato alla Sori si può vedere come la macchina organizzativa comincia a mettersi in moto, ultimo passaggi di quel percorso cominciato all’Arpas di Sasari che ha elaborato le previsioni meteo. Quindi il secondo step al Centro funzionale di Cagliari, in via Vittorio Veneto 28, che ha diramato le allerte ai Comuni.
“Due zone – appunta il responsabile della Sori – sono più a rischio rispetto alle altre: si tratta di Capoterra e della Gallura”. Poi la spiegazione sulla differenza tra allerta e emergenza: “La prima indica il potenziale rischio, la cui durata prevista è sino alle 12 di venerdì. Si entra invece in emergenza, quando ci sono situazioni difficili da gestire. Ma al momento è tutto sotto controllo: abbiamo solo ricevuto la richiesta di due idrovore da parte dell’amministrazione di Posada, ma nulla di preoccupante”.
Alle 15, nel palazzo di viale Trento, è programmata la conferenza stampa della Regione: l’assessore all’Ambiente, Donatella Spano, insieme al capo della Protezione civile sarda, Graziano Nudda, spiegherà come è stata predisposta la macchina dei soccorsi. Parteciperanno anche Luigi Arru, titolare della Sanità, e il capo di gabinetto della Presidenza, Filippo Spano.
Al. Car.