ARCHIVIO. Manconi: “L’Italia è pronta per una legge sul testamento biologico”

Quanto è difficile vivere quando non si hanno più le forze per farlo? Quanto sarebbe meglio, invece, ascoltare il proprio corpo lasciarsi andare? È giusto che sia lo Stato a decidere quando e se sia il momento di staccare la spina o ciascuno dovrebbe scegliere per sé? Domande difficili che toccano l’etica, la spiritualità, il diritto e la religione, e riguardano insieme la sfera pubblica e quella più intima e personale: questioni non nuove ma di grande attualità, visto il clamore mediatico suscitato dalla recente vicenda di Fabiano Antoniani, dj Fabo, che ha scelto di morire fuori dai confini italiani, in una clinica svizzera, perché diventato cieco e tetraplegico in seguito a un incidente d’auto. O considerato il caso di Walter Piludu, ex presidente della Provincia di Cagliari ed ex dirigente del Partito Comunista Italiano, che è riuscito a spegnere i macchinari che lo tenevano in vita solo dopo l’intervento di un giudice.

“La libertà individuale è un valore prezioso, ecco perché dobbiamo fare in modo che venga rispettata: la sensibilità del Paese rispetto a qualche decennio fa è profondamente cambiata e ora l’Italia è pronta per una legge sul testamento biologico”. Ne è convinto Luigi Manconi, sassarese, senatore della Repubblica e presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, che oggi alle 18 sarà a Serdiana, negli spazi della Comunità La Collina, per l’incontro “La fatica del vivere, la fatica del morire, Walter Piludu e Fabiano Antoniani tra etica e diritto”organizzato dall’associazione Malik all’interno dell’ottava edizione del festival I libri aiutano a leggere il mondo. Insieme a lui ci sarà anche Marco Cappato, esponente dei Radicali e dell’associazione Luca Coscioni, che ora rischia il carcere per aver aiutato Fabo nel suicidio assistito.

Da anni Luigi Manconi porta avanti una battaglia per sostenere l’autodeterminazione delle persone nella malattia: già nel 1996, durante la sua prima legislatura in Senato, presentò un disegno di legge sul testamento biologico che però non ebbe seguito. Oggi, vent’anni dopo quel primo tentativo, una proposta concreta è in discussione alla Camera: il testo unificato “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento”, che mette insieme diversi progetti presentati negli ultimi anni, è stato discusso lunedì a Montecitorio e sarà vagliato ancora nelle prossime settimane. Il passo successivo sarà poi l’esame in Senato.
“Non posso prevedere se il testo sarà approvato entro questa legislatura – ci ha detto Manconi in un’intervista prima dell’incontro di questa sera alla Collina- spero comunque che vada avanti senza troppi compromessi: dobbiamo fare in modo che ciascuno possa fare per sé la migliore scelta possibile . La vita deve essere onorata in ogni modo, che si tratti di portarla avanti o di interrompere sofferenze e trattamenti dolorosi”.

Il dolore è uno dei temi centrali della discussione: è giusto pretendere che un malato sopporti stoicamente o dobbiamo lasciare che ciascuno sia libero di decidere per sé?
“In Italia il dolore è percepito come effetto collaterale della malattia, un destino da cui non ci si può sottrarre. La nostra legge già prevede cure palliative e assistenza ai malati terminali, nonostante ciò sono pochissime le cliniche specializzate e gli hospice e si trascurano i farmaci che contengono morfina o cannabis terapeutica che curano il dolore. Siamo ancora condizionati da una certa cultura che vede la sofferenza come qualcosa da sottovalutare o addirittura come un processo spirituale a cui non ci si può sottrarre. Prendiamo, ad esempio, il caso di Fabiano Antonioni, dj Fabo: qualcuno ha sostenuto che avrebbe dovuto sopportare il dolore come hanno fatto altri. Come possiamo pretendere di valutare la sofferenza altrui? Pensare di decidere per altri, di farci giudici della libertà altrui è profondamente sbagliato”.

Entrando nel merito della legge in discussione alla Camera, che riguarda le disposizioni che ciascuno può prevedere per sé in qualsiasi momento della propria vita, quali sono le questioni più controverse?
“Certamente il punto sull’idratazione e nutrizione artificiale: si tratta di trattamenti sanitari che richiedono precise competenze e personale specializzato. Non stiamo parlando di bere acqua da una bottiglia o mangiare un panino, ma di cure speciali, e questo lo ha confermato anche la Società italiana di nutrizione artificiale e metabolismo. Interrompere questi trattamenti non significa far morire di fame e di sete un paziente, come alcuni hanno sostenuto, ma rientra nella libertà che ciascuno dovrebbe avere di non sopportare terapie invasive e dolorose. È il caso di Eluana Englaro, tenuta in vita per 17 anni, fino al 2009, dall’alimentazione forzata: allora una sentenza della Corte d’Appello di Milano autorizzò la sospensione delle cure. In assenza di una legge è il giudice che decide, quando finalmente l’Italia avrà una norma allora ciascuno potrà essere libero di disporre per sé, come avrebbe fatto Eluana se ne avesse avuto la possibilità”.

Qualcuno teme che si stia spianando la strada all’eutanasia.
“L’eutanasia è un’altra cosa rispetto al testamento biologico, dato che prevede la somministrazione di sostanze che inducono la morte. Il provvedimento su cui si discute in questi giorni riguarda invece le disposizioni che ciascun cittadino può lasciare in qualsiasi momento della sua vita riguardo ai trattamenti sanitari e il consenso o il rifiuto rispetto a scelte diagnostiche o terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari, comprese le pratiche di nutrizione e idratazione artificiali. Già la nostra Costituzione garantisce a ciascuno il diritto di non essere obbligato a un determinato trattamento sanitario. Purtroppo i casi di Piergiorgio Welby, Luca Coscioni, Walter Piludu e altri ben noti ci dicono che questo non basta: oggi è necessario che un giudice emetta una sentenza. Se l’Italia avrà finalmente questa legge, allora potremo davvero essere liberi di esercitare un nostro diritto”.

Francesca Mulas

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