Marco Cappato (Radicali) oggi a Serdiana: “Aiuterò gli altri finché non sarò fermato”

“Sono pronto ad assumermi le mie responsabilità. Il mio obiettivo è che lo Stato smetta di far finta di ignorare la realtà dell’eutanasia clandestina o dell’esilio della morte. Andrò avanti ad aiutare altri fino a quando non sarò fermato”. Non ha alcun dubbio Marco Cappato, esponente del partito dei Radicali e dell’associazione Luca Coscioni, nessun ripensamento dopo aver aiutato Fabiano Antoniani, dj Fabo, a raggiungere la clinica svizzera dove il 27 febbraio ha potuto compiere il suicidio assistito che in Italia è illegale. Oggi rischia il carcere sulla base dell’articolo 580 del codice penale che stabilisce che “Chiunque determina altri al suicidio o rafforza l’altrui proposito di suicidio, ovvero ne agevola in qualsiasi modo l’esecuzione, è punito con la reclusione da cinque a dodici anni”.

Marco Cappato racconterà oggi alle 18 la dolorosa vicenda di Fabiano e la lotta per il testamento biologico a Serdiana, negli spazi della Comunità La Collina, all’interno dell’incontro “La fatica del vivere, la fatica del morire, Walter Piludu e Fabiano Antoniani tra etica e diritto”organizzato dall’associazione Malik all’interno dell’ottava edizione del festival I libri aiutano a leggere il mondo. Con lui ci sarà anche Luigi Manconi, senatore della Repubblica e presidente della Commissione straordinaria per la tutela e promozione dei diritti umani (qui l’intervista).

La scienza e la società oggi in Italia corrono a velocità diverse dalla politica: da anni si discute in Parlamento di una legge sul fine vita, nel frattempo il Paese ha assistito impotente alle drammatiche vicende personali di Piergiorgio Welby, Luca Coscioni, Eluana Englaro, i sardi Giovanni Nuvoli e Walter Piludu e, in ultimo, Fabiano Antoniani. “Esercitare il proprio potere sul corpo di altri esseri umani è una pratica che accomuna ideologie totalitarie e fondamentalismi – ci ha detto prima dell’incontro a Serdiana. – Purtroppo in Italia la cultura liberale e libertaria rimane sconosciuta per troppa parte della classe dirigente”.

A frenare il riconoscimento del diritto alla vita e alla libertà è, secondo l’esponente dei Radicali, è “un impasto micidiale di clericalismo,  scarsa diffusione della cultura scientifica, violazione sistematica dei diritti civili e politici dei cittadini, a partire dal diritto ad una informazione completa e corretta”.

A proposito delle “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento”, in discussione alla Camera in queste settimane, Cappato non è ottimista. “La legge non basterà a superare tutti gli ostacoli perché la corporazione medica, contro la volontà di molti medici, continua a mettersi di traverso. Se però il testo non sarà svuotato con gli emendamenti, la possibilità di interrompere le terapie sarà agevolata per tanti. Non sappiamo quante persone saranno effettivamente interessate ma so per certo che molte migliaia hanno già inviato il proprio biotestamento all’Associazione Luca Coscioni. In casi come quelli di Fabo, invece, servirebbe la depenalizzazione dell’assistenza medica alla morte volontaria. Non è inclusa nel disegno di legge, ma ci arriveremo”.

Francesca Mulas

 

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