Le accuse di terrorismo ai kurdi: se ne parla a Cagliari in un incontro

Può un’organizzazione che combatte l’Isis essere considerata terroristica? Possono i militanti finire sotto indagine per aver sostenuto la battaglia contro lo stato islamico? Con queste domande la Rete Kurdistan Sardegna ha organizzato a Cagliari un’iniziativa pubblica rivolta a collettivi, associazioni, organizzazioni politiche e cittadini dal titolo “Resistenza, vita e rivoluzione: complici e solidali con le Ypg”. L’appuntamento è per giovedì 20 settembre alle 17 in via Lamarmora 126 nella sede di Sa Domu, spazio occupato nel quartiere di Castello.

Il motivo della chiamata è la recente indagine della Digos di Nuoro e della Polizia di Stato, sezione Antiterrorismo, che ha coinvolto il nuorese Luisi Caria e il cagliaritano Antonello Pabis, sottoposti a perquisizioni e sequestri con il sospetto di avere appoggiato le Ypg, le Unità di protezione popolari del Kurdistan siriano. Le Ypg dal 2014 combattono contro i terroristi dell’Isis, nonostante ciò la Turchia e l’Unione europea le hanno bollate come terroristiche perché vicine al partito Pkk, ostile al governo turco.

“La motivazione che ci spinge a riunirci – così i promotori dell’iniziativa – è l’attacco frontale portato dalla sezione antiterrorismo di Cagliari e la Digos di Nuoro contro il movimento sardo attivo, complice attivo e solidale con la causa kurda e la rivoluzione in atto nella Siria del Nord. L’accusa, formulata attraverso l’applicazione del 270 bis, è quella di aver partecipato attivamente agli scontri armati di scena nel vespaio siriano, in cui le unita di difesa del popolo kurde con i volontari internazionali ingaggiano uno scontro strada per strada, paese per paese, contro le truppe dello stato islamico e i ribelli jihadisti finanziati dalla Turchia. La lotta all’Isis ingaggiata coraggiosamente dai volontari internazionali a costo delle proprie vite è invece portata in mondo visione da politicanti e stati solo per fomentare lo scontro di civiltà, in direzione dei soli interessi economici e geopolitici. Noi rifiutiamo in ogni modo la criminalizzazione dei volontari internazionali e rivendichiamo continuità ideale e complicità con la loro azione nella difesa della Rivoluzione kurda in opposizione all’Isis e agli interessi Turchi nell’area”.

All’incontro saranno presenti volontari internazionali, combattenti delle Ypg e solidali che sono stati parte integrante della lotta in quei territori negli ultimi mesi. È previsto l’intervento dei combattenti che spiegheranno  i pilastri della rivoluzione del Rojava e le loro esperienze personali, e si parlerà della vita quotidiana e sociale della popolazione kurda. Punto importante dell’incontro, le possibili risposte ai processi di criminalizzazione di chi ha deciso di mettere in gioco le proprie vite per sostenere la causa kurda.

Intanto i consiglieri regionali Francesco Agus, Anna Maria Busia, Emilio Usula e Paolo Zedda, hanno presentato una mozione con cui auspicano una presa di posizione del Consiglio Regionale. “La mozione chiede un pronunciamento univoco della massima Assemblea sarda su temi cari a ogni democratico – ha detto Agus – e sui quali la nostra attenzione non deve mai venire meno: le libertà civili, la democrazia, l’autodeterminazione dei popoli, il sostegno alla lotta all’Isis e a tutte le forme di terrorismo. Quanto è avvenuto all’indipendentista sardo e agli esponenti delle associazioni sarde che si occupano di cooperazione, solidarietà internazionale e tutela delle minoranze etniche, merita che l’attenzione del Consiglio regionale si aggiunga a quella già espressa dagli organi di informazione sardi che in questi giorni, con serietà e senza ambiguità, hanno seguito la vicenda”.

 

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