Carlo Sanjust è tornato in libertà, alle 19 di ieri. L’ha deciso la Corte di Cassazione che ha annullato la misura cautelare ai domiciliari decisa il 5 febbraio dal gip del Tribunale di Cagliari Giampaolo Casula, dopo che l’onorevole aveva restituito al Pdl 25.200 euro, cioè metà della somma per la quale è accusato di peculato. Sempre ieri, i domiciliari sono stati revocati dal il gip anche a all’ex consigliere di Villacidro Sisinnio Piras.
Quanto a Sanjust, erano stati i suoi due avvocati, Carlo Amat e Francesco Marongiu, a presentare il ricorso in Cassazione che, con la formula “annullamento senza rinvio”, ha deciso di restituire la libertà al berlusconiano. Adesso si attendono le motivazioni. Ma si suppone che il ricorso sia stato accolto perché non sussistevano più le ragioni della custodia cautelare. Sanjust era finito prima in carcere (il 6 novembre) e poi ai domiciliari (il 5 febbraio) con l‘accusa di aver pagato coi fondi ai gruppi il suo banchetto di nozze, per un importo pari a 23.400 euro. Ci sono poi i 23.340 che il berlusconiano avrebbe fatto dare all’associazione culturale IdealMente.
Sul fronte di Piras, era di ieri la notizia che che i suoi avvocati, Guido Manca Bitti e Nicola Floris, avessero chiesto di patteggiare un anno e otto mesi. Ma adesso si aggiunge anche per lui la libertà. Piras, come Sanjust, era ai domiciliari dal 5 febbraio. E anche lui ha restituito soldi a partito. Nel dettaglio, i 33mila dei convegni organizzati nella palestra della moglie, più 4.160 euro di un assegno dato a una collaboratrice.
Proprio in virtù di queste restituzioni, sembra che la Procura di Cagliari abbia deciso di concedere il patteggiamento a tutti quelli onorevoli che riconsegnano ai rispettivi partiti le somme illegittimamente incassate. Al momento ai domiciliari c’è solo l’ex capogruppo del Pdl, Mario Diana.