Vince il dolore al World Press Photo Awards 2013

La migliore foto dell’anno, premiata al prestigioso World Press Photo Awards 2013 è, come al solito, una immagine di dolore. Una foto scattata dallo svedese Paul Hansen ad un gruppo di Palestinesi che raccoglie i cadaveri di due bimbi uccisi, a Gaza, da un missile Israeliano. Non c’è sangue nella scena, ma un dolore composto, silenzioso, quasi irreale.

La forza della foto, spiega Mayu Mohanna, membro della giuria, “sta nel modo in cui mostra il contrasto fra rabbia e dolore degli adulti da una parte e innocenza dei bambini dall’altra”.

La scelta dei giurati è in linea con quelle degli anni passati, che hanno regolarmente premiato questo genere di immagini. Foto che arrivano quasi sempre come pugni sullo stomaco.

Resta da chiedersi se immagini del genere possano veramente smuovere le coscienze o servano, piuttosto, a sopirle, ad assuefarle. Ho già espresso alcune considerazioni in un precedente post (Il dolore degli altri) e resto dell’avviso che, come scriveva Ando Gilardi, “dalla guerra non si può ricavare alcuna immagine contro la guerra”.

Altre foto premiate vengono dai tanti fronti di conflitto aperti nel mondo. Fra queste il primo premio all’Italiano Alessio Romenzi nella sezione “Stories” con uno sconvolgente reportage dalla Siria.

Nelle altre categorie molte belle immagini e sono in tutto sei gli Italiani premiati. Da segnalare il primo premio a Fausto Podavini nella sezione “Daily Life Stories” con la storia intima e delicata di Mirella, 71 anni di cui 43 spesi ad assistere il marito malato di Alzheimer. Una storia in bianco e nero raccontata in maniera tenera e dolcissima.

Il primo premio della sezione Natura è andato al Canadese Paul Nicklen del National Geographic con un bellissimo lavoro sui pinguini, mentre per le foto di azione spicca per spettacolarità e senso dinamico la bella immagine del malese Wei Seng Chen.

Queste le migliori immagini giornalistiche del 2013 scelte, ne sono certo, con competenza e consapevolezza. Spero, ma non sono sicuro, che riescano a scalfire l’anestesia al dolore che colpisce la nostra società. Sono invece sicuro che anche il prossimo vincitore del World Press Photo Awards 2014 sarà un fotografo di guerra.

Enrico Pinna

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