Alla scoperta della Sella del Diavolo: una totale immersione nella natura

Sono Estefanía Jaen Frank e sono una giornalista argentina di 24 anni impegnata in uno scambio attraverso il Rotary. Nei prossimi tre mesi vivrò in Italia. A Cagliari rimarrò altre due settimane poi mi sposterò a Latina (Lazio) e a Brescia (Lombardia). Con questo blog vi racconto la mia esperienza in Sardegna.

Vengo da una zona dall’Argentina molto simile a Cagliari: caldo, umidità e brevi piogge. Ho già evidenziato nel precedente articolo come in Sardegna mi senta a casa, anche per il clima. Ma a differenza della cittadina in cui vivo qui è diverso: si può raggiungere il mare in un paio di minuti. Un mare incantevole, cristallino e pulito. Basta avvicinarsi all’acqua per dimenticare anche solo per un istante il caldo.

Domenica ho deciso di fare un’escursione alla scoperta della Sella del Diavolo. È il primo posto che ho visto da lontano quando sono arrivata a Cagliari. Ha suscitato in me immediatamente interesse e curiosità per la sua conformazione. Infatti, la prima volta che mi hanno parlato di quella zona indicandone il nome ho capito per errore “Sedia del Diavolo” e non “Sella del Diavolo”.

La passeggiata in salita per raggiungere la Sella è stata un’avventura indimenticabile, sia per il paesaggio che per le leggende che si raccontano su questo luogo. La forma e la struttura delle rocce danno un’idea della sua importanza storica e archeologica.

Nello stesso contesto, la macchia mediterranea (con la presenza di mirto e asparagi ovunque), avvolge ogni cosa, contrastando le rocce e trasformando il panorama che assume tinte verdi e giallastre che diventano preludio del blu del mare.

Sebbene un escursionista possa visitare solo alcune zone della Sella, si dice che esistono anche delle grotte nella parte più alta, da dove sicuramente c’è un panorama decisamente mozzafiato.

I colori che si possono ammirare passeggiando per raggiungere la Selle del Diavolo e affacciandosi sul mare si possono trovare in qualche modo anche nei cibi locali. Camminando infatti, ci sono piante aromatiche che poi finiscono a insaporire la cucina sarda. E’ incredibile osservare la vegetazione che incontri e conoscere quanti tipi di piatti si possono ‘profumare’ con quelle piccole foglie.

Basta soltanto fare una passeggiata sulla Sella del Diavolo o a Monte Urpinu per avere una vista completa sulla città: in questo, devo ammettere, i cagliaritani sono fortunati. Guardando Cagliari dall’alto, mi ha emozionata riconoscere le zone dai tetti delle chiese, dai colori delle saline, dalle sfumature del blu del mare. Dall’altra parte, barche e foschia senza confini definiti.

Ma c’è un altro elemento ‘invidiabile’: avere la possibilità di trascorrere le giornate in spiaggia non solo per prendere il sole o godere del caldo, ma anche per fare sport e scoprire nuove zone. Rimane per me fondamentale imparare da chi vive e ha vissuto a Cagliari e in Sardegna. Integrare tutti questi elementi, dalla scoperta personale, dallo studio e dai racconti delle persone che incontro, è un’esperienza incredibile ed è l’avventura che sto vivendo in queste settimane a Cagliari.

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