Rita Forte, cantante e pianista di successo, ama la Sardegna, dice, perché ha un mare turchese e cristallino simile a quello delle Maldive. Dell’Isola, però, non le piace quando soffia il maestrale. E’ il 1991, quando partecipa al Festival di Sanremo e viene notata da Luciano Rispoli che le offre uno spazio all’interno del programma televisivo “Tappeto volante” (TMC). Successivamente la sua carriera prende il volo quando Maurizio Costanzo, oltre ad ospitarla nel suo talk-show serale, le chiede di collaborare a “Buona Domenica”, su Canale5.
La sua prima volta in Sardegna?
“E’ stato agli esordi della mia carriera artistica, circa trent’anni fa, quando mi esibivo al piano-bar del ‘Country’, un noto locale di Porto Rotondo. In quell’occasione scoprii la Sardegna e m’innamorai di quest’Isola straordinaria e affascinante. Rimasi incantata dal colore turchese del mare, un colore che ho visto solo alle Maldive”.
Poi ha continuato a frequentarla, che cambiamenti ha visto da quella prima volta?
“Vengo tutti gli anni in Sardegna per trascorrere le vacanze estive e, tutte le volte rimango sorpresa, perché scopro nuove bellezze naturalistiche, storiche, artistiche e culturali che non conoscevo. Certo le infrastrutture, rispetto a trent’anni fa, sono notevolmente migliorate ed è più comodo e agevole raggiungere le località di villeggiatura. L’efficientissimo aeroporto di Olbia, oltre alle strade che portano in Costa Smeralda, sono un esempio di questo cambiamento positivo nel modo di accogliere i turisti che vengono in Sardegna”.
Ha mai lavorato con artisti sardi?
“No, ma ho conosciuto personalmente i Tazenda nel 1991, quando assieme a loro partecipai al Festival di Sanremo. Fu l’anno in cui i Tazenda cantarono con Pierangelo Bertoli ‘Spunta la luna dal monte’. Penso sia stato il primo esperimento in cui la lingua sarda veniva valorizzata ed esportata in una manifestazione musicale tanto popolare e seguita”.
E la cucina?
“Adoro la seada e la ricotta con il miele sopra, mentre l’unica cosa che non riesco a mangiare, perché mi fa senso, è il formaggio coi vermi. Perdonatemi…”.
Massimiliano Cordeddu