La Sardegna di Eva Robins: due polipi come presagio di fortuna

Eva Robins è molto legata alla Sardegna: fu proprio durante un soggiorno a Porto Rotondo che venne scoperta dalla contessa Marta Marzotto e lanciata nel panorama del jet set italiano. Di Massimiliano Cordeddu

Eva Robins è molto legata alla Sardegna: fu proprio durante un soggiorno a Porto Rotondo che venne scoperta e lanciata nel panorama del jet set italiano. Attrice di grande successo, ha lavorato nel cinema con registi come Dario Argento e Alessandro Benvenuti. Nel 2002 ha interpretato il ruolo di una transessuale in un episodio della fortunata serie televisiva “Il Bello delle Donne”. Nel dicembre dello scorso anno è stata impegnata nel tour teatrale di successo “Tutto su mia madre”, ispirato al celebre film di Pedro Almodovar, rappresentato anche al teatro delle Saline di Cagliari.

La sua prima volta in Sardegna?

“E’ stato negli anni Ottanta, quando per lavoro mi recai a Porto Rotondo. Durante uno dei miei spettacoli fui notata da quella pazzerellona della contessa Marta Marzotto. L’incontro con Marta fu decisivo per la mia carriera artistica: mi presentò e mi fece entrare in contatto con i maggiori produttori cinematografici e televisivi dell’epoca. Insomma, sin dal primo incontro con quest’Isola magica e affascinante, nacque un sodalizio che cambiò radicalmente la mia vita e lanciò la mia carriera artistica”.

Un suo ricordo della Sardegna?

“Uno in special modo. Durante un servizio fotografico al mare, mentre facevo alcuni scatti in acqua, un polipo si avvinghio alla mia caviglia. Rimasi molto turbata, ma il fotografo, che era di origini siciliane, mi rassicurò dicendomi che era un presagio di buon auspicio per la mia carriera. Una volta liberatami dalla morsa del mollusco continuai il servizio fotografico, ma dopo pochi minuti, un’altra piovra si avvinghiò all’altra caviglia..”.

 Un doppio ‘buon auspicio’, dunque. Ha mai lavorato con artisti sardi?

“Una volta ho collaborato per uno spettacolo con Paolo Fresu. Poi mi colpiva molto Maria Carta. Ritengo che questa cantante abbia rappresentato l’anima e l’essenza stessa della Sardegna più autentica. Rimasi colpita dal suo sguardo ‘funesto’, un mix di rabbia e dolcezza. Sembrava quasi che fosse circondata da un’affascinante alone di mistero e magia, tale da renderla una vera e propria femme fatale”.

Il suo piatto preferito?

“Senza dubbio la bottarga! Adoro grattuggiare la bottarga negli spaghetti e, ogni volta che vado via dalla Sardegna, ne porto un po’ per farla assaporare ai miei amici bolognesi”.

Massimiliano Cordeddu

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