Il Tempio di Antas a Fluminimaggiore, luogo sacro dedicato al Sardus Pater

Il monumento risale all’epoca punica ma il sito risulta frequentato da più tempo: nella zona sono state trovate tracce nuragiche – una necropoli, un villaggio – che confermano l’ipotesi che fosse luogo di culto da molto tempo prima dell’arrivo dei cartaginesi. Il Tempio di Antas si trova a una decina di chilometri dal paese di Fluminimaggiore, nel Sulcis Iglesiente. Un luogo caro ai sardi, e anche sacro. Dedicato al dio Sardus Pater Babai (Sid Addir per i cartaginesi, figlio di quel Merlkart identificato con Ercole), la sua ricerca – ha scritto Raimondo Zucca – “è stata la più appassionante questione di topografia antica della Sardegna”.

Il tempio infatti è stato scoperto solo di recente, nella prima metà dell’Ottocento dal generale La Marmora, ed è stato vittima di saccheggi e parzialmente distrutto. Il monumento è stato restaurato e ricostruito tra il ’66 e il ’68 del Novecento: gli scavi, condotti da Ferruccio Berrecca, consentirono di individuare un tempio punico sotto quello romano che sorge tuttora. Testimonianze della sua esistenza si trovano già nel II secolo d.C. grazie al geografo egiziano Tolomeo.  La zona era molto frequentata per i giacimenti di piombo e ferro. Il sito risale all’età nuragica; poi vi si stanziarono i cartaginesi; infine i romani. L’area archeologica è quindi frutto di una sovrapposizione di un insediamento nuragico e di due santuari.

Tutta l’area archeologica merita di essere visitata. Sotto la gradinata del tempio romano si trovano i resti del tempio cartaginese. La “versione” romana venne edificata per volere di Augusto e poi restaurata durante Caracalla. Nell’area sono stati trovati doni votivi, come statue e monete. Per completare l’escursione si può fare visita alla necropoli e ai resti del villaggio nuragico. Ci sono anche delle cave, da cui i romani estraevano le rocce calcaree usate per il tempio. Sul piano naturalistico, non meno suggestive le grotte – dove si ritiene si praticasse il culto dell’acqua in epoca nuragica – e gli affioramenti rocciosi che rendono bellissimo il luogo.

 

 

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