Un Cagliari senza personalità sconfitto dalla Lazio. Giulini: “Più probabile la retrocessione che la salvezza”

Un Cagliari in caduta libera verso la serie B.  Dispiace  dirlo, ma è la realtà a cui nessuno fra quanti hanno a cuore i colori rossoblù vorrebbe rassegnarsi ma che, a questo punto, deve prendere in seria considerazione.

Lo ha detto  anche il presidente Giulini, tornato a parlare in conferenza stampa dopo quasi due anni di totale silenzio . “Oggi come oggi, è più probabile la retrocessione che la salvezza”, ha ammesso il patron cagliaritano.  Anche la Lazio, che veniva da un periodo abbastanza negativo e con la panchina di Sarri diventata rovente, è stata resuscitata dalla pavida squadra di Ranieri  che l’ha rilanciata in classifica verso la zona Europa. È finita 3 a 1 per i laziali e il risultato ci sta tutto, fermo restando che quella biancoceleste è apparsa una squadra tutt’altro che trascendentale. Sicuramente superiore al Cagliari, ma alzi la mano chi sa indicare, oggi come oggi, una formazione in serie A che sia inferiore a quella di Claudio Ranieri. Compresa la Salernitana, con un piede e mezzo già in B, che però non accenna ad arrendersi e col cambio di allenatore potrebbe trovare nuova linfa. Empoli docet.  Una soluzione che non è assolutamente applicabile in casa Cagliari, dove l’allenatore rimane, nonostante tutto, l’unico punto fermo.

Il presidente Giulini lo ha detto chiaramente nel dopo partita: “Se c’è una sicurezza, oggi e fino al termine del campionato, è quella di mister Ranieri alla guida della squadra. È l’unico che possa tirarci  fuori dai guai. Lui e nessun altro”.  Abbiamo detto precedentemente  “nonostante tutto” e ne spieghiamo il perché. Il tecnico cagliaritano ci sembra anche lui disorientato,  travolto dalla pochezza dei suoi giocatori, pochi esclusi. Ci costa molto dirlo e speriamo di sbagliare in pieno. Però dobbiamo anche ammettere che la squadra è senza anima e personalità, fragile caratterialmente  e vuota di contenuti tecnici e tattici. Il fatto che ogni domenica venga schierata una formazione diversa e con moduli ondivaghi, lascerebbe presupporre che anche il tecnico non abbia  le idee chiare e che qualche errore lo stia  commettendo anche lui nelle scelte sui giocatori da mandare in campo. Ha però tutte le attenuanti possibili.  

Non deve essere semplice scegliere fra chi è il meno peggio quando sai di dover ribaltare  una situazione che ti vede soccombente.  Anche questo ammette esplicitamente Tomaso Giulini: “E’ palese che esclusi quattro o cinque giocatori che stanno facendo il loro dovere – ha detto il presidente -, gli altri non ci stanno dando quello che ci aspettavamo da loro,  anche perché erano stati scelti  dall’allenatore e comunque da lui approvati. Non voglio fare nomi- ma poi dà indicazioni precise, ndc-, però  li conosciamo tutti. Hanno  la possibilità di farci ricredere, noi siamo qui ad aspettare”.   Con quattro  sconfitte consecutive sulla groppa, il Cagliari si troverà davanti ad altre due prove di fuoco: a Udine contro una diretta concorrente per la salvezza e poi in casa con il Napoli. È serio il rischio che la posizione in classifica non ne venga fuori rafforzata.

Fuori casa i rossoblù sono una frana totale, in casa hanno ormai preso la strada delle sconfitte. Il clima negli spogliatoi non sembra sereno, tant’è che nel dopo gara con la Lazio non si sono presentati in sala stampa né Ranieri né i giocatori. Lo ha fatto solo Giulini per dare un segnale forte.  “Ho sentito che nello spogliatoio ha parlato il mister e fra loro i giocatori. Oggi ho preferito metterci la faccia io perché c’era veramente poca voglia di parlare, ma  soprattutto tanta voglia di iniziare immediatamente un  percorso diverso per preparare alla grande la partita di Udine”. 

Il presidente sostiene che “il problema della squadra è prevalentemente di testa e chi meglio dell’allenatore  può lavorare sulla loro testa. Affidiamoci  fino in fondo e in tutto  alla sua competenza e alla sua esperienza”.   Poi va giù duro sulla squadra: “I giocatori si devono prendere le loro responsabilità, seguire il mister e  entrare in campo non con paura,  ma con non una voglia fortissima di arrivare a questo obiettivo. Oggi  è quello che non è piaciuto,  mi sembra che si sono portati in campo la paura e questo è successo anche altre volte. Però oggi più di altre volte ho avuto l’impressione che siamo entrati in campo con timore e con riverenza. Sono  entrati  in campo sbagliando palloni facili, commettendo errori tecnici stupidi che, quando li vedo in allenamento non commettono mai. Per esempio, il  primo gol è frutto di  poca lucidità e di paura. Invece  noi la paura la dobbiamo vivere durante la settimana,  ma poi in campo deve sparire e  dobbiamo tirare fuori gli attributi. È ora che ognuno si prenda le proprie responsabilità.  Ci attendono tre mesi in cui nella testa ci deve essere solamente l’obiettivo  della salvezza. Non ci deve essere spazio per i viaggetti per due giorni dopo le partite e per le  fidanzate, devono vivere da professionisti”.

Parole sante quelle del presidente Giulini, che non possono essere non condivise. Poi a chiudere una  considerazione sul calcio mercato e sugli arrivi avvenuti e mancati. “Faccio quel che economicamente posso, senza fare passi più lunghi della gamba –  puntualizza il presidente -. Il mio obiettivo è quello di tenere i conti in regola di questa società che tutti amiamo. Deve esistere, oggi, domani, fra tre anni e fra dieci. Se c’è qualcuno che ha soldi da investire si faccia avanti, possiamo sempre  parlarne, che siano cinesi o americani. Ma devono essere persone serie, diversamente il Cagliari  non lo vendo ad avventurieri”.

[Foto dal sito ufficiale del Cagliari Calcio]

Luciano Onnis    

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