Un Cagliari caparbio batte l’Empoli e adesso pensa alla Salernitana

Finalmente una vittoria in trasferta per il Cagliari, la prima di questo campionato e una delle poche degli ultimi anni. Aver sbancato Empoli, che adesso sta sopra il Cagliari di due punti, è stato di una importanza estrema per il proseguimento nella lotta per la salvezza, un risultato diverso dai tre punti sarebbe stato deleterio e un altro passo verso la retrocessione. Invece adesso e possibile continuare a giocarsela faccia a faccia con sette squadre concorrenti, dando per spacciata la sola Salernitana, che sabato alle 15 giocherà alla Unipol Domus con in panchina il suo nuovo allenatore, quel Liverani che a Cagliari ha combinato tanti disastri e  che non è certamente rimpianto.

Sarà per il Cagliari una ennesima finale di questo infausto campionato. Occorrerà vincere a tutti i costi se si vuole dare un chiaro segnale alla classifica che la squadra di Ranieri c’è e che non sarà facile precipitarla un’altra volta negli inferi della serie B. Mancare l’occasione che si avrà con i salernitani di incamerare altri tre punti, sarebbe da suicidio calcistico. Meglio neppure pensarci. Anzi, no. È bene metterselo bene in testa  che sarà una gara da dentro o fuori, un’altra di quelle che i rossoblù hanno già affrontato e che hanno regalato agli avversari di turno. Anche la partita con l’Empoli ha rischiato di finire male, ma fortunatamente stavolta il vento ha soffiato nella direzione giusta. I toscani hanno avuto alcune clamorose azioni per segnare e lo hanno anche fatto (ma in fuorigioco di pochi centimetri), ma la bravura di Scuffet, il palo, la pezza messa all’ultimo momento da un poderoso  Yerry Mima e il gol improvviso del redivivo Jankto hanno cambiato le carte in tavola. Dire che la vittoria è stata meritata è forse eccessivo, ma va riconosciuto ai ragazzi di Ranieri di aver giocato con caparbietà e profondendo fino all’ultima goccia di sudore in loro possesso, senza mai tirarsi indietro.

Per la prima volta in questo campionato, Claudio Ranieri ha schierato per due volte consecutive la stessa formazione, ricorrendo al 4-4-1-1 che è un po’ il modulo che predilige, salvo passare nel finale al più difensivo 3-5-1-1 per salvare lo 0-1 davanti all’assalto finale degli empolesi. Come lo stesso Sir Claudio  ha riconosciuto a fine gara, è stata una partita “sporca e  brutta,  e anche cattiva nei limiti giusti”.

Un primo tempo davvero bruttino, quello del Cagliari, messo all’angolo da un Empoli più vivo, tatticamente ben disposto da Nicola, con la mente leggera per via dei sei risultati utili consecutivi che l’hanno fatto risalire in classifica dai bassifondi in cui si trovava assieme alla Salernitana, allo stesso Cagliari e al Verona. I primi 45 minuti sono stati di sofferenza, con i rossoblù contratti e incapaci – come spesso capita a loro – di sviluppare gioco e di fare più di due passaggi giusti consecutivi. L’uscita di Luvumbo per un problema muscolare al 33’ del primo tempo,  ha fatto  temere il peggio. Il Cagliari ha continuato a soffrire, ma non ha mollato, sempre  sostenuto in maniera esemplare con cori e applausi dai 635 tifosi sardi che hanno occupato il settore ospiti nella curva sud  del Castellani.

Passata la paura del primo tempo e superato il blocco psicologico, i giocatori di Ranieri hanno cominciato a tirar fuori la testa dal guscio e prendere le misure agli avversari, non più padroni del campo. Non è che sia stato un gran Cagliari, ma neppure piccolo come nella parte iniziale. Con Mina e Dossena padroni dell’area e il colombiano in veste di leader di tutta la squadra – quanto è mancato finora  uno così! -, anche Nandez e Makoumbou hanno cominciato a macinare gioco in maniera più concreta e continua. L’uruguaiano in particolare, tornato a centrocampo dopo l’uscita di Luvumbo, ha suonato la carica con la sua forza agonistica, proponendosi in avanti per dare una mano a Lapadula e Gaetano, troppo isolati lì davanti. Il gol di Jankto è nato proprio da un suo tiraccio – ma quand’è che la butterà dentro? – respinto dal portiere e successivo tiro realizzativo  del centrocampista ceco.

L’assalto finale dell’Empoli per recuperare il risultato ha messo alla prova la difesa rossoblù, finalmente rocciosa con i suoi due centrali e più attenta con gli esterni. Gli ultimi 28 minuti di gioco (20, più 8 di recupero) sono stati una battaglia al cardiopalma, con il cuore dei tifosi rossoblù presenti a Empoli e gli altri a casa davanti alla tv messo nuovamente a dura prova. Alla fine, sono arrivati la vittoria  e tre punti benedetti che rilanciano i ragazzi di  Ranieri, condottiero indiscusso e indiscutibile, verso la salvezza.

Luciano Onnis                          

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