È il Cagliari, bellezza. Ogni tanto (di raro) ha qualche sussulto, poi riprecipita nella sua congenita inconsistenza di squadra che non è in grado di dare continuità ai risultati positivi, rimanendo ancorata ai bassifondi della classifica.
Dalla trasferta di Frosinone, persa nettamente e meritatamente per 3 a 1 contro una squadra forse messa peggio di quella rossoblù, giungono le conferme di una realtà ormai nota e consolidata. E dire che le cose si erano anche messe bene nella prima frazione di gioco per i ragazzi di Claudio Ranieri, senza patemi d’animo e con il vantaggio del gol di Sulemana. I padroni di casa erano come ipnotizzati dalla loro stessa incapacità a prendere il sopravvento su avversari di pari livello, hanno anzi perso fiducia davanti al vantaggio rossoblù. Per l’intero primo tempo il Cagliari, pur senza strafare ma adeguandosi ad avversari alla portata di piede, è sembrato potesse farcela a vincere finalmente in trasferta. Poi nell’intervallo è successo l’inimmaginabile, complice forse il thè sedativo tracannato negli spogliatoi.
I rossoblù sono tornati in campo come assopiti, senza mordente, paurosi e votati alla difensiva nonostante l’allenatore avesse chiesto loro di tenere alta la linea della difesa e di non farsi schiacciare nella propria metà campo. Cosa che invece è avvenuta sistematicamente, senza se e senza ma. Sono rivenute fuori tutte le debolezze di una squadra che, se non fosse per le penalizzazioni, in trasferta non dovrebbe neppure andarci perché tanto le busca regolarmente in ogni campo. Una sorta di associazione umanitaria stile “fatebenefratelli”, votata alla santa missione di resuscitare i morti: il Frosinone era in caduta libera, perdeva da cinque giornate e in crisi netta di morale e identità. Ci hanno pensato i giocatori cagliaritani a restituirle coraggio, offrendole su un piatto d’argento tre punti preziosi che consentono ai laziali di distanziare i sardi di quattro lunghezze quando invece si sarebbero potuti trovare sotto di due.
Il Cagliari del secondo tempo è stato davvero brutto da vedersi. Nessuno fra i rossoblù che si è salvato – il solo Scuffet ha limitato i danni, ma poi anche lui si è adeguato ai compagni commettendo qualche sfarfallìo -, così il pallino del gioco lo hanno preso in mano gli uomini di Di Francesco, con i rossoblù incapaci di reagire. Di sicuro Ranieri si è reso conto che le cose si stavano mettendo male e – crediamo – pensato di rimescolare le carte in campo. Ma poi – e stavolta ne siamo convinti – si è guardato attorno in panchina e si è metaforicamente messo le mani fra i pochi capelli. Cambiare con chi ? Poteva starci Pavoletti per Petagna, peraltro lasciato per tutta la partita solo soletto lì davanti a reggere il peso dell’attacco, ma altre soluzioni non ce n’erano, compreso Lapadula non ancora in grado di reggere il campo.
Solo davanti allo specchio della sconfitta in arrivo, Ranieri ha provato i cambi nella speranza che chi entrava in campo venisse illuminato dal dio del calcio. Non è successo e il Frosinone ha avuto la strada spianata verso la vittoria. Ha prima pareggiato, è andato in vantaggio e allo scadere ha anche incrementato il punteggio al cospetto di avversari innocui. Il solito Cagliari di trasferta, che lontano dalla Unipol Domus non riesce ad azzeccarne una, pareggino di Lecce a parte. Sinonimo, questo, di assoluta assenza fra i rossoblù di personalità, di qualità e di doti caratteriali. L’impegno c’è ed è tanto, ma è pur vero che ogni botte dà il vino che ha dentro. E la botte Cagliari non ha di questi tempi molto da offrire. Sarà così anche dopo i 31 gennaio, giorno della fine del calcio mercato invernale?
Siamo costretti a ripeterci: non crediamo in interventi risolutivi da parte della società, limitata nelle operazioni dall’equilibrio finanziario. La squadra continuerà per questo a rimanere senza esterni bassi affidabili, Dossena sarà l’unica sicurezza nel cuore della difesa, il centrocampo non avrà un frangiflutti tecnico e forte fisicamente, la formazione in campo girerà sempre senza un regista che sappia ispirare e collegare la fase di contenimento con quella d’attacco, sulla trequarti nessuno accenderà la luce per gli attaccanti, peraltro nessuno dei quali si è rivelato finora (causa infortuni e inesperienza) un fulmine di guerra. Quindi avanti così per il resto del campionato, con la preghiera che i miracoli possano ripetersi. Ma sarà dura.
Luciano Onnis
[Foto dal sito ufficiale del Cagliari Calcio]