Ranieri a Cagliari, centinaia di tifosi ad accoglierlo: “Felice di essere nuovamente qui”

Centinaia di tifosi del Cagliari questa mattina al settore arrivi dell’aeroporto di Elmas per salutare Claudio Ranieri, l’allenatore chiamato dal presidente Tommaso Giulini per provare a rincorrere la Serie A. Un ritorno nella piazza che lo ha consacrato come professionista in panchina poco più di 30 anni fa. Un’accoglienza con bandiere, striscioni, cori e persino con un cane vestito di rossoblù. Bagno di folla al momento dell’arrivo: ressa intorno al 71enne tecnico romano, che ha stretto mani ed è stato abbracciato da tantissimi tifosi. “Dicci che risorgeremo”, gli ha urlato un tifoso (ricordando un celebre coro della Curva ai tempi della serie C).

“Sono felice, sono entusiasta di poter sedere ancora una volta sulla panchina del Cagliari”. Queste le prime parole di Ranieri, alla seconda avventura con i rossoblù .”Dentro di me c’era un maremoto – ha spiegato il tecnico -. Mi son detto: ho un sogno dentro di me, ero un ragazzino quando arrivai a Cagliari e ho portato dentro di me il Cagliari tutta la mia carriera nei momenti più bui. I miei ricordi mi mettevano paura: perché andare a rischiare di sporcarli? Ma mi sono detto: perché essere egoista? Il figlio di Riva mi scriveva: anche papà è entrato da presidente onorario, ma nessuno si dimentica di quel che ha fatto”.

“Ai tifosi voglio dire: durante la partita soffiateci dietro. Quando si affronta il Cagliari tutti vogliono batterlo. Noi cercheremo ogni volta di vincere. Voglio giocatori che sentano il senso di appartenenza, voglio dei guerrieri”, ha proseguito Ranieri. Le ambizioni? “Dobbiamo salire, è difficile ma faremo il possibile. Abbiamo due lepri nel campionato – ha detto Ranieri -, io mi devo dare quell’obiettivo: dobbiamo provarci, poi non ci riusciamo, ma ci dobbiamo andare vicino, dobbiamo avere quell’ambizione. Noi dobbiamo dare il massimo in ogni allenamento, come ti alleni giochi”. La sfida più grande della carriera? “Una sfida particolare più che altro, una sfida che mi bolliva dentro”. La squadra tipo? “Ogni giocatore rende diversamente a seconda dell’allenatore che ha – ha spiegato Ranieri -, voglio conoscere chi ho a disposizione prima di poter scegliere, voglio giocatori che vogliono stare qua. Guardo, nelle scelte, chi si integra con in compagni, non guardo stipendio o età”. Prime mosse? “Per carattere voglio tutto e subito, non posso promettere che entusiasmo, lavoro e lavoro. Il contratto lungo è anche per trovare i giocatori per il futuro, vogliamo tracciare una linea”.

Nainggolan? Sappiamo che ha piacere a tornare, ma di Nainggolan noi non ne sappiamo nulla, è prematuro parlare di un suo ritorno”, aggiunge il tecnico in merito alle voci di mercato che darebbero vicino l’ingaggio del centrocampista belga, dopo la rottura con l’Anversa. Il mercato? “Ora è tutto prematuro, non dobbiamo sbagliare”, ha precisato Ranieri. Il Cagliari visto da fuori? “Sembra una squadra che non si è ambientata. Quando scendi di categoria, diventi la squadra da battere. Se io sono qui è perché ho battuto il Cagliari con il Campania Puteolana. Ecco, quel Cagliari non aveva capito di essere in serie C, si allenavano con i colpi di tacco. E allora ho detto ai miei giocatori: mangiamoceli vivi”. Il modulo? “Non ho nessun modulo di riferimento, perché i moduli li ho fatti tutti – ha scherzato Ranieri -. Io voglio partire dai miei attaccanti: penso che due così ce li hanno in pochi (Lapadula e Pavoletti, ndr). La mia idea è partire da loro, poi sta a loro confermare questa mia impressione. Mai fissato con i sistemi, bisogna capire dai giocatori come giocare”. Ranieri vuole incontrare i tifosi: “Mi piacerebbe giocare magari il giovedì nei campi intorno a Cagliari: loro vengono da noi la domenica, ma anche noi dobbiamo, se possiamo, vogliamo andare da loro”.

Nel pomeriggio il primo allenamento ad Asseminello. L’esordio ufficiale dopo la sosta invernale, il 14 gennaio in casa contro il Como.

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