La Dinamo ci crede: finale con Reggio Emilia sognando il primo scudetto

Sarà una finale scudetto inedita quella che avrà inizio domani sera tra la Dinamo Banco di Sardegna Sassari e la Grissin Bon Reggio Emilia. Per la prima volta nella storia del campionato italiano a contendersi il tricolore saranno due squadre che non lo hanno mai vinto e che per la prima volta nella loro storia disputano le finali.

Si parte domani, domenica 14 giugno, alle 20.45 al PalaBigi per Gara 1. Negli scontri tra i due allenatori il bilancio è di 5 vittorie del tecnico di Altamura Meo Sacchetti contro le 3 di Max Menetti. La finale scudetto vedrà in campo giocatori di undici nazioni diverse: almeno dieci italiani, per Reggio Emilia ci saranno Cinciarini, Polonara, Della Valle, Pini, Cervi e due giovani visto l’infortunio di Mussini; per la Dinamo Formenti, Devecchi, Chessa, Sacchetti, Vanuzzo; tre gli americani (Brooks, Sanders, Dyson oltre all’ex della finale Drake Diener infortunato); due lituani (Lavrinovic e Kaukenas); un lettone (Silins); un giocatore dello Zimbabwe (Chikoko); un ceco (Pechacek); un nigeriano (Lawal); un polacco (Logan); un dominicano (Sosa); un camerunense (Kadji) e un senegalese (Mbodj) Quella di domani sarà la ventesima partita tra le due squadre, che si sono incontrate per la prima volta il 22 dicembre 1991 in A2: nella stessa data quest’anno al PalaSerradimigni è andata in scena la gara del girone di andata.

Stamattina nella Club House della società sassarese il presidente Stefano Sardara e l’allenatore Meo Sacchetti hanno incontrato i giornalisti per fare il bilancio di una stagione già esaltante: Sassari ha già vinto infatti la Supercoppa e la Coppa Italia. “È un risultato storico – ha detto Sardara – perché Sassari e la Sardegna non sono mai arrivati fino a qui. È un risultato che ha un valore ancora più alto perché dobbiamo mettere tanto più lavoro quanto la distanza per raggiungere i mezzi: è il lavoro di una grande squadra, intesa in senso ampio, che va oltre quella che scende in campo, oltre lo staff tecnico. Sono francamente rimasto stupito dalla delusione di Gara 6 – ha aggiunto il presidente della Dinamo – lo comprendo perché i primi a essere dispiaciuti della sconfitta eravamo noi, ma ho percepito un’amarezza che andava oltre la semplice partita. Dobbiamo vivere con razionalità tutto questo periodo perché il nostro sistema vive sull’entusiasmo e questa è una stagione che era già incredibile”.

In chiusura un pensiero sul futuro. “Il vero messaggio agli azionisti – ha sottolineato Sardara – è che il 2018 (l’anno in cui doveva chiudersi un ciclo secondo i programmi della società, ndr) è diventato il 2015, comunque andrà questa finale: al termine di questa stagione dovremo iniziare un nuovo ciclo. Questo non significa che resettiamo tutto, anzi. Abbiamo fatto programmazione tecnica ed economica dal 2011 al 2018, sarebbe banale tenere in piedi quel progetto anche dopo aver centrato molti degli obiettivi prefissati. Sappiamo che tra questi è prioritario il nuovo Palazzetto: per la finale purtroppo molti non riusciranno ad acquistare i biglietti, abbiamo richieste da tutta la Sardegna. Stiamo vivendo una finale scudetto con la certezza che domani saremo ancora qua a rompere le scatole a tutti: questa è la nostra vittoria più grande. La serenità di sapere che ci saremo ci dà forza ed energia. Quindi nessuna euforia, testa bassa e lavoriamo concentrati al massimo: Reggio non è una squadra facile e l’ha dimostrato nella serie con Venezia”.

Prima dell’ultimo allenamento in vista di Gara 1 Sacchetti ha belle sensazioni. “E’ una bella vigilia – ha detto il coach della Dinamo – pensavo di andare in vacanza ma abbiamo conquistato questa cosa così importante, una finale storica per tutti noi. Sono contento perché è la prima volta che in finale vanno due squadre che non hanno mai vinto il titolo, perché Menetti è un allenatore giovane e perché, comunque vada, dopo questa finale, il titolo andrà a una squadra che non ha mai vinto lo scudetto”. La semifinale con Milano era un obiettivo molto importante, non c’è il rischio di sentirsi in qualche modo arrivati, appagati?. “Se qualcuno si dovesse sentire appagato da questo – ha risposto Sacchetti – significherebbe che non ha capito niente. Certamente quello contro Milano era un obiettivo importante ma ora si deve resettare e rimettere in campo tutte le nostre risorse”. Dall’altra parte troverà il “suo” Drake Diener che però non potrà giocare a causa di un infortunio. “Lo saluterò con affetto – ha assicurato il coach – mi dispiace per lui, ma per noi è meglio che non sia in campo”. (Luca Fiori, ANSA)

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