Inutile pareggio con la Salernitana, il Cagliari perde l’occasione di risalire la classifica

Una brutta partita di serie B, con due squadre che non hanno fatto molto per smentire che la loro posizione in classifica – ultima e penultima, peggiori attacchi del campionato, le difese quasi – rispecchia il loro attuale effettivo valore.

È finita 2-2, un pareggio che non serve a nessuna delle due squadre e che le inguaia ulteriormente nei bassi fondi della classifica. Sarà dura risalire stando a quello che hanno fatto vedere in campo all’Arechi. Diciamola subito, se può consolare: nel grigiore generale, la meno peggio è stata la compagine rossoblù. Su cui pende però l’aggravante di non essere riuscita a gestire nei 15 minuti finali il vantaggio in cui è andata per due volte in poco tempo. Che la squadra di Ranieri sia priva di personalità è risaputo. Segnare e andare in vantaggio a 11 minuti dalla fine dei novanta regolamentari, farsi raggiungere dopo appena 7 per un errore marchiano della difesa (un gol uguale è stato preso contro la Roma), tornare avanti a 2 minuti dal termine della partita e suicidarsi nel recupero con un rigore che, per quanto discutibile, doveva essere evitato.

Il tutto, si badi bene, quando gli avversari erano ormai sfiduciati e prossimi alla resa, stesi al tappeto dai due ganci inferti da Luvumbo e Viola. Una squadra con capacità e carattere avrebbe dovuto a quel punto tenere distanti dalla propria area i salernitani visibilmente barcollanti e svuotati di ogni energia psicofisica. Invece, è stata concessa loro una reazione isterica, con l’apertura per il Cagliari di ampi varchi nella difesa salernitana, in cui i rossoblù si sarebbero potuti facilmente infilare e fare il gol della sicurezza, tanto era caotico il tentativo di reazione dei padroni di casa. Ma il cinismo e la freddezza da killer non fanno parte di questo Cagliari. A giochi fatti, piangere sul rigore generoso concesso dall’arbitro Chiffi su segnalazione del Var (in mano all’ineffabile arbitro Marini che tanti danni ha fatto al Cagliari in passato, vedi Parma), sarebbe coprire le proprie nudità con una foglia di fico.

Per quasi 80 minuti, Salernitana e Cagliari hanno fatto vedere cose inguardabili a certi livelli. Nella prima mezz’ ora – guardando in casa rossoblù – si è visto un Cagliari impacciato, timido e come sempre capace di tanti errori in fase di impostazione e di recupero palla. Passaggi sbagliati anche nella piccola distanza, spesso in ritardo sulle seconde palle, idee confuse. Col trascorrere del tempo, le cose si sono fatte meno brutte e i ragazzi di Ranieri hanno preso il sopravvento sugli inconsistenti avversari. È stata però una superiorità sterile, fine a se stessa e improduttiva.

L’unico ad accendersi è stato, come purtroppo capita spesso, il diamante grezzo Luvumbo, con tutta la sua verve e i suoi limiti. Per il resto, poco e comunque insufficiente. Per l’ennesima volta Ranieri ha schierato una formazione differente, a conferma di non aver ancora trovato quella base a cui affidarsi. Ha cambiato anche il modulo, passando dal protettivo 3-5-2 al più elastico 4-3-1-2, ma il campo gli ha dato ragione solo in parte. Nandez è stato proposto nel ruolo di terzino destro, ruolo che ha ricoperto positivamente i giorni scorsi con la nazionale dell’Uruguay contro il Brasile (2-1).

Al centro Dossena e Goldaniga, esterno sinistro Augello. Il pacchetto difensivo se l’è cavata bene, ma da considerare che davanti aveva il peggior attacco del campionato. In mezzo al campo il ragazzino Prati ha dovuto penare per la pochezza assoluta di Deiola e per un Makoumbou che ha avuto difficoltà a trovare la posizione. Ranieri ha sperato nel redivivo Mancosu nel ruolo di trequartista, ma il sardo è stato utile solo a sprazzi, pagando la lunga assenza dal campo di gioco e una condizione ancora precaria. In attacco, detto di Luvumbo, l’altro giovanotto Oristanio è stato impalpabile e mal servito. Le cose sono andate meglio con i cambi e il Cagliari ha preso decisamente il sopravvento, peraltro già evidenziato fin dall’ultimo quarto d’ora del primo tempo. Ma la superiorità nel possesso del pallone (52%), non si è concretizzata sino al 79’ quando Luvumbo ha replicato il gol fatto (e annullato) al 17’ del primo tempo.

La situazione venutasi a creare è stata ideale: in vantaggio a 11 minuti dalla fine del tempo regolamentare e l’avversario ko. Invece gli è stato invece consentito di rialzarsi e di pareggiare i conti per ben due volte in pochi minuti: prima il buco in difesa con un avversario lasciato solo al centro dell’area, poi il tocco di mano di Viola che il l’uomo del Var ha voluto pescare a tutti i costi e che Chiffi ha poi convertito in rigore. Arbitri generosi con la Salernitana, ma “rigore è quando arbitro fischia”, diceva il saggio e compianto Vujadin Boskov. E arbitro ha fischiato. Se ne è andata così la prima occasione offerta dal calendario al Cagliari per risalire la classifica. Adesso per i rossoblù ci saranno due partire casalinghe con Frosinone e Genoa, entrambe (sulla carta) a portata di mano. Ma di questo Cagliari non c’è da fidarsi, deve sempre fare i conti con sé stesso più che con gli avversari. E Ranieri forse non sa più a che santo votarsi.

Luciano Onnis

Salernitana (4-3-2-1): Benoit Costil; Fazio (83 Ikwuemesi), Gyomber, Bradaric; Kostanos (55 Martegani), Coulibaly (76 Lagowski), Maggiore, Mazzocchi; Candreva (76 Tchaouna), Cabral (55 Stewart); Dia. All: F.Inzaghi

Cagliari (4-3-1-2): Scuffet; Nandez (46 Zappa), Goldaniga, Dossena (74 Obert), Augello; Deiola, Prati, Makoumbou; Mancosu (46 Viola); Oristanio (64 Jankto), Luvumbo (84 Shomurodov) . All: Ranieri

Arbitro: Chiffi

Reti: 79’ Luvumbo, 86’ Dia, 88’ Viola, 90’+5’ Dia

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