Il Cagliari va nel caos ma solo Cellino può salvarlo

Pure i cinesi. Ormai il Cagliari Calcio sembra terra di conquista di notizie false, escono nuovi (falsi) acquirenti praticamente ogni settimana. È un buon modo per riempire pagine di giornali e allungare i tempi delle ufficialità, visto che la società rossoblù rimarrà nelle mani di Cellino fino a che questi non riuscirà ad impossessarsi definitivamente del Leeds. La dirigenza dell’FA deciderà la prossima settimana cosa permettere al patron Massimo, dovrà capire come evitare di costituire un precedente pericoloso.

I problemi sono due: il Leeds ha bisogno di stabilità economica e Cellino può darla. All’ombra non ci sono altri compratori e questo mette in diifficoltà la FA. Ma la mette in difficoltà anche il fatto che si apre appunto un precedente: se entra Cellino, possono entrare nelle società inglesi anche altri imprenditori con un curriculum poco immacolato. Il suo arresto dello scorso anno è una macchia che gli inglesi non vogliono vedere. Per questo hanno chiesto a Cellino di fare il proprietario, definendo un presidente di sua fiducia. La risposta è stata un picche poiché un uomo, una volta posseduta una Ferrari, difficilmente la lascia guidare a qualcun altro. Niente autisti all’orizzonte.

I figli fanno foto con la maglia del Leeds, si divertono. Nel giro di due settimane Cellino è passato dalla rabbia dei tifosi inglesi al ricevere la loro ammirazione. Dalle accuse del coach McDermott ai concerti con lui su pezzi dei Beatles. Tutti sono entusiasti di questo fenomeno nuovo che potrebbe riportare il club ai vecchi fasti, magari con acquisti che a Cagliari non si sarebbe nemmeno sognato di operare. Tutto cambia, con uno stadio di proprietà sempre pieno, incassi sicuri ed un ritorno economico importante anche e soprattutto dalle tv inglesi. Una bella Ferrari che potrà avere forse tra qualche giorno quando la FA darà la sua risposta. Se negativa, troverà altre strade e nel mentre continuerà a tenersi il Cagliari.

Tenersi il Cagliari da Miami o l’Inghilterra è errato. Bene ha fatto il presidente in tutti questi anni, ma è giunto il momento della scelta. Se il Cagliari non lo appassiona più, è giusto che passi la mano e che provi a rischiare. Per ora tiene un piede in due scarpe e rischia di far saltare in aria una squadra già molle psicologicamente. Lo spettacolo indecoroso andato in scena ad inizio settimana ha punito un uomo concreto e leale come Ivo Pulga, reo di non essersi inchinato al volere dall’alto. Mai avrebbe sostituito un allenatore che ha svezzato, mai avrebbe camminato e pestato le sfortune altrui. Il no proferito lunedì gli è costato caro, mentre Lopez mantiene la sella solo per una domenica: altra scelta con poco senso visto che con l’Inter il Cagliari non parte sconfitto ma si gioca comunque la gara meno agevole per far uscire l’uruguayano dalle sabbie mobili.

Diego Lopez si è salvato fin troppe volte. Il suo Cagliari continua ad avere quest’anima timida ed impacciata riscontrata già alla prima giornata, commette gli stessi errori di allora e non è molto fortunato coi portieri. Se ne sono avvicendati tre, e quando sembra arrivare la scelta giusta, puntualmente viene disillusa. Ma ci sono anche i pochi gol segnati, e i tanti pareggi, questa pareggite che sembra figlia di Giampaolo, e Ficcadenti, Bisoli, Festa/Melis, Sonetti. I pareggi sono buoni quando accompagnati dalle vittorie. Fin qui sono stati accompagnati soprattutto da sconfitte, spesso cocenti come con il Bologna e il Livorno, gare giocate male ed interpretate peggio.

Chi può salvare il Cagliari? Massimo Cellino in persona. Senza scatti d’umore oltremanica od oltreoceano, infondendo sicurezza alla squadra e magari prendendo qualche decisione concreta, anche impopolare dentro la società. Serve una scossa decorosa nel momento in cui si avvicinano le partire cruciali per il prosieguo del campionato e sotto le piccole fanno a botte per rosichiare punti importanti. Per questo il presidente deve mettere mano alla sua squadra prima di mollare gli ormeggi e salpare verso la Gran Bretagna. Al resto penseranno i nuovi proprietari.

Simone Spada

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