Il Cagliari travolto dal Milan al Meazza: subisce 4 gol e segna una sola rete

Troppo forte il Milan, o troppo debole il Cagliari. La saggezza, anche calcistica, consiglierebbe di stare nel mezzo, ma la debacle della squadra rossoblu al Meazza non può che suscitare perplessità e interrogativi sulla compagine di Semplici e sulle sue effettive potenzialità. Non tanto da fasciarsi la testa già alla seconda di campionato, ma se il campanello d’allarme deve suonare, è meglio che il trillo arrivi adesso dato che, oltre a essere agli inizi di un campionato che si preannuncia piuttosto difficile, ci sono 48 ore di tempo per trovare sul mercato soluzioni alle debolezze rossoblu. Non sarà facile e neppure sufficientemente praticabile per le casse societarie, sul filo di un bilancio da rispettare se non ci si vuole avventurare in esperienze fallimentari. Chievo docet. Si diceva delle debolezze, ancora una volta evidenziate nella difficile partita contro un Milan pimpante e cosciente della sua forza.

Il Cagliari ha fatto in 95 minuti due tiri in porta, il gol e la punizione di Lykogiannis. Le due punte, Joao Pedro e Pavoletti, hanno dovuto agire nel modo a loro meno congeniale, spalle alla porta avversaria e sempre pressati dai difensori avversari. Sono mancate le discese sulle fasce, nonostante Nandez si sia dannato l’anima anche oggi in un lavoro sfiancante, mentre Dalbert è rimasto ingessato e senza sbocchi. Ma non per loro demerito, è mancata l’assistenza del centrocampo nell’ispirare e accompagnare le volate sulle linee laterali. C’è sempre il dubbio che il modulo 3-5-2 non sia congeniale a questo organico. La difesa a tre viene ripetutamente messa in crisi perché non sufficientemente protetta dai centrocampisti, tutti con attitudini offensive e poco portati alla copertura. Manca la fisicità di un mediano di rottura che sia anche tecnicamente valido, gli stessi Marin e Strootman ne hanno necessità per potersi esprimere al meglio.

In seconda analisi, i difensori rossoblù non sembrano ideali per uno schieramento a tre. Godin, data anche l’età, non è un fulmine di guerra per dinamicità e già all’Inter non si era rivelato adeguato al ruolo e per questo non confermato; Ceppitelli è ugualmente un difensore possente che sul breve viene spesso preso d’infilata e Carboni, ormai titolare inamovibile, ha bisogno di essere supportato dai colleghi di linea e da chi gli sta davanti. Questo nello schieramento di mister Semplici non sempre avviene e si paga regolarmente dazio. Lo schieramento “a quattro” potrebbe essere una soluzione, ma per essere sposato deve esserci convinzione e disponibilità. Da alcuni campionati la difesa rossoblù è fra le più bucate del campionato, i rimedi non ci sono stati. Così pure per il centrocampo, oggi senza un leader capace di dettare i tempi e proporre gioco. Il presidente Giulini e il ds Capozucca hanno due giorni di tempo per cercare qualche rimedio per la difesa e il centrocampo, in più, dopo la cessione di Simeone, un attaccante di spessore capace di essere alternativo a Joao Pedro e a Pavoletti. Per i due dirigenti un compito decisamente arduo: il Cagliari non ha soldi da investire e dovranno raschiare il barile del calcio mercato affidandosi a prestiti e a svincolati. Che non possono essere la panacea di tutti i mali rossoblù. Ma non c’è tempo da perdere, va fatto tutto entro le 20 di martedì 31 agosto.

L.O.

MILAN-CAGLIARI 4-1

MILAN
(4-2-3-1): Maignan; Calabria, Kajer, Tomori, Hernandez; Krunic, Tonali; Saelemaekers, Diaz, Lead; Giroud. All.: Pioli

CAGLIARI (3-5-2): Radunovic; Ceppitelli, Godin Carboni; Nandez, Marini, Strootman, Deiola, Dalbert; Joao Pedro, Pavoletti. (All: Semplici)

Arbitro: Serra

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