Il Cagliari non convince, un solo punto non basta nemmeno al morale

Niente svolta neppure a Lecce,  solo il classico brodino caldo che se male non fa, neppure aiuta a migliorare le condizioni generali del malato, che continua a rimanere tale. A Lecce è  arrivato  un pareggio (1-1), con un punticino che smuove la bassa classifica dei rossoblù, ma non la cambia.

Allo stadio del Mare si è visto il solito Cagliari, volenteroso quanto si vuole, ma con i problemi congeniti di sempre, come la povertà tecnica in troppi suoi elementi e le ricorrenti amnesie difensive che regalano reti agli avversari come se fossero caramelline. E infatti allo stadio del Mare,  Augello (il benefattore  di turno) si è travestito  da Befana e ne ha regalata una, bella e grande, ai padroni di casa facendo segnare uno che non lo aveva mai fatto prima. Meno male che i rossoblù non si sono dati per vinti e hanno reagito con l’impegno, arrivando infine a pareggiare i conti e portare a casa un punticino che perlomeno fa  morale. Cagliari mai domo, e questo va riconosciuto e detto.

Se proprio si dovessero dare i voti in  pagella, la sufficienza piena l’hanno presa  a Lecce Dossena, Prati, Oristanio e Petagna. A metà strada Nandez, generoso ma casinista e inconcludente in zona d’attacco, e via via tutti gli altri con il segno meno. Stavolta matita rossa anche per  Viola e Makoumbou, solitamente fra i sufficienti.  Allo stadio del Mare  sono stati in alcuni frangenti  addirittura irritanti. Il numero dieci,  che viene dato fra i pochi rossoblù  a possedere piede educato e buona tecnica, ha gettato via le occasioni avute con  i tiri  da fermo, sua specialità. Calci d’angolo e punizioni dal limite – senza dimenticare il rigore sbagliato il turno precedente con l’Empoli – sono stati sprecati con esecuzioni molli o imprecise.

La sua presenza in campo è stata a Lecce complessivamente  deficitaria, quando invece  avrebbe dovuto essere un leader in campo, ruolo che non ha assunto. Makoumbou è stato perfino irritante. Mai un passaggio in avanti, sempre lezioso con i suoi tocchi eleganti ma superflui,  addirittura pericoloso quando all’88’ ha servito  con un retropassaggio un pallone d’oro a un avversario sui sedici metri, aprendogli un’autostrada davanti a Scuffet. Per fortuna l’occasione è stata sprecata  e il risultato  è rimasto invariato. Non è la prima volta che il congolese commette errori imperdonabili e concede regali sontuosi (vedasi rigori ed espulsioni), incidendo pesantemente sul risultato finale delle partite. Dovrebbe essere uno degli argini davanti alla difesa, ma se ne dimentica spesso ed espone il reparto difensivo alle incursioni nemiche.  

Come se non bastassero le ricorrenti sbavature di Zappa, Goldaniga e Augello ad aprire varchi e inviti agli avversari.   Ma mentre  per i primi due non è una novità, per il  laterale sinistro la corrente alternata che lo alimenta diventa preoccupante. Nel gol del Lecce ha grosse  responsabilità: è  rimasto  impalato a terra  mentre l’avversario, che avrebbe dovuto contrastare in area a difesa schierata su calcio d’angolo avversario, saltava libero  a colpire di testa. Uno dei soliti svarioni della difesa rossoblù, dove i soli Dossena e Scuffet garantiscono sicurezza e continuità. Ma è un aspetto che piú o meno riguarda l’intera squadra e dovrebbe far riflettere:  contro il Lecce, Claudio Ranieri ha tenuto in campo gli stessi undici giocatori fin quasi la fine, facendo uscire negli ultimi minuti Oristanio e Makoumbou  ormai senza più benzina in corpo.

Poca fiducia nelle alternative offerte dalla panchina, il convalescente Pavoletti a parte? Una domanda che riporta alle debolezze dell’organico rossoblù e alla necessità, se si vuole rimanere in serie A, di acquistare urgentemente almeno tre giocatori di buon livello, pronti subito per giocare da  titolari. A Lecce si è chiuso il girone d’andata, con un risultato ben lontano dalle  aspettative di inizio campionato.

La delusione fra i tifosi, che non hanno finora mancato di sostenere la squadra, comincia a serpeggiare sui social. La società è tornata sul banco degli imputati per non aver potenziato a suo tempo una squadra, tornata in serie A per il rotto della cuffia dopo aver concluso il campionato di B in quinta posizione. C’è pure chi arriva a chiedere  un  cambio di allenatore. Follia il solo pensarlo, l’unica pietra ferma di questo Cagliari è il mister Ranieri, l’unico nel Cagliari che non può  essere messo in discussione. C’è forse qualche tecnico sulla piazza meglio di lui? E chi, di grazia? Farebbero bene certi tifosi ciarlatani a porsi questa domanda e darsi una risposta.

[Foto dal sito del Cagliari Calcio]

 Luciano Onnis

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