Questa è una squadra che merita la serie B. Con grande vergogna. Un altro grande appuntamento cruciale è stato mancato, l’ennesimo di questo fallimentare campionato del Cagliari. Finisce con una mattanza di 5-1 per l’Udinese la partita che era stata indicata in casa rossoblù come trampolino di lancio verso la salvezza.
La squadra di Mazzarri, inutile nasconderselo, non ha niente di una squadra che merita la massima categoria. A cominciare proprio dall’allenatore che oggi ha contribuito notevolmente alla debacle friulana. Ha presentato una formazione squinternata, cadendo in un errore già commesso in passato. Ha tolto Bellanova dalla sua fascia di destra in cui sa sempre essere importante, per dirottarlo a sinistra dove è un pesce fuor d’acqua. Al suo posto ha schierato uno Zappa che non si capisce bene cosa ci stia a fare in serie A.
Lo stesso discorso vale per Deiola, i cui limiti sono arcinoti e che continua a trovare posto solo perché non si ha il coraggio di ricorrere ai ragazzi della Primavera. E che dire di Pereiro? Scandaloso, una palla al piede senza arte né parte: impalpabile la sua presenza se non fosse per gli errori commessi a vantaggio degli avversari.
Ma il discorso abbraccia un po’ tutti rossoblù, esclusi forse Cragno e Joao Pedro per il gol fatto. La difesa, dopo il periodo felice fra gennaio e febbraio, è tornata a essere la banda del buco di sempre, il centrocampo è da esclamazione “t’arrorimannu” e l’attacco non esiste proprio. In tutto questo deprimente scenario di miseria tecnica e rabbia agonistica, risalta tutta la mancanza di personalità e di attributi. E anche di una guida capace di motivare e caricare psicologicamente i suoi uomini in modo tale da tirar fuori da loro almeno quelle mediocri qualità in loro possesso. È una squadra nata male e che male sta concludendo una stagione nata come quella del rilancio e che sta invece scivolando sulla strada della retrocessione. Inesorabilmente e meritatamente. Il miracolo dello scorso campionato difficilmente si ripeterà, di San Benevento ne è esistito solo uno.
A Udine, partita da vincere assolutamente o almeno provarci, la svolta positiva per i rossoblù poteva essere quella del 32esimo quando Joao Pedro si è inventato un gol straordinario con un tocco morbido da biliardo che manda, da fermo, il pallone a infilarsi all’incrocio dei pali dopo aver scavalcato il portiere Silvestri. L’illusione di un Cagliari all’altezza dell’importanza della partita, è durata appena 6 minuti. L’inguardabile difesa rossoblù ha preso a giocare a flipper con il pallone nell’area piccola dopo essersi aperta come una scatoletta sulla fascia destra e Becao ha timbrato il cartellino nonostante due miracoli di Cragno su tiri ravvicinati in area piccola. Passano 7 minuti e la retroguardia rossoblù è andata nuovamente a farfalle regalando a Beto, che non segnava da una vita, il gol del 2 a 1 per i padroni di casa. Una partita che sembrava essersi al meglio con il gol di Joao Pedro, per quanto occasionale, è così diventa per la banda Mazzarri una rincorsa tutta in salita.
Chi si aspettava una scossa negli spogliatoi durante il riposo, ha potuto solo imprecare per l’intero secondo tempo. Il Cagliari è stato nuovamente colpito tre volte e affondato dalla sconcertante superiorità dell’Udinese, capace di rifilare ai rossoblù, fra andata e ritorno, ben 9 pappine. L’intera squadra e l’allenatore sono andati in barca, umiliati dal campo e dalla propria pochezza. E adesso? Adesso nulla, che però almeno emerga la dignità e si lotti fino alla fine, senza che si depongano le armi come fatto indecorosamente a Udine e ancor prima a La Spezia. Almeno questo venga evitato al popolo dei tifosi rossoblù. L.On
UDINESE: Silvestri; Molina, Udogie, Zeegelaar; Nuytinck, Rodrigo Becao, Pereyra, Makengo, Wallace (63 Pussetto); Success (63 Yayalo); Beto, (All:Cioffi)
CAGLIARI (3-5-2): Cragno, Goldaniga, Lovato (75 Walukyevic), Altare (55 Keita) ; Zappa (65 Rog), Deiola (55 Baselli), Grassi, Dalbert, Bellanova; Joao Pedro, Pereiro (75 Carboni). (All: Marrazzi)
Arbitro: Abisso
Reti: 32 Joao Pedro; 38 Becao; 45 Beto; 49 Beto; 59 Molina; 73 Beto.