IL DIARIO DI BORDO. Trofeo Cristian Nicolai, la vela che unisce le due isole

Lo zoologo Alberto Fozzi partecipa alla XXI edizione del trofeo Cristian Nicolai tra Sardegna e Corsica. SardiniaPost segue le due giornate di avvistamento con un suo Diario di bordo. 

***

Sono le sei del mattino di domenica 2 ottobre, Roberto e Alessandro dormono ancora, esco silenziosamente armato di binocolo e macchina fotografica per fare qualche foto alla falesia di Bonifacio all’alba. Il paese è deserto ma girato l’angolo vi è una patisserie dove lavorano, e il profumo è veramente delizioso, per fortuna che non ho preso con me dei soldi quindi non cedo alla tentazione di aspettare li l’alba gustando un pan chocolat. Raggiungo il sentiero sulla sommità della falesia, il sole ancora non è sorto ma gabbiani, occhiocotti e pettirossi sono già svegli. Finalmente il cielo si colora timidamente di rosso, sinceramente mi aspettavo qualcosa di più spettacolare ma osservando l’imponenza della falesia non posso che ritenermi privilegiato per aver iniziato la mia giornata in questo modo. Rientro a bordo accompagnato dal profumo della patisserie, Alessandro e Roberto son già svegli quindi optiamo per doccia e colazione, alla ricerca dei croissants alla francese ma caffè e capuccino italiani. Toviamo un bar che realizza il mix perfetto  e ci rilassiamo pensando che oggi forse troveremo un po’ di vento in più rispetto al previsto ma comunque niente di preoccupante.

La partenza è posticipata alle 12 e inganniamo il tempo con due chiacchiere in banchina con il nostro vicino, un simpatico tedesco che ieri prontamente ci aveva aiutato all’ormeggio e che avevamo ricompensato della gentilezza con una bottiglia di vermentino della cantina di Orange Seal 2. Lui è in vacanza con degli amici e rimane colpito dal fatto che noi partecipiamo ad una regata, sicuramente si vede lontano un chilometro che non abbiamo l’aria dei velisti da regata. Dopo le chiacchiere sistemiamo le attrezzature a bordo prevedendo di aver tutto pronto per eventualmente ridurre le vele se il vento dovesse essere troppo forte, mentre il tedesco cerca di incollare un foglio adesivo verde alla prua, dello stesso colore dello scafo per mascherare un punto di ruggine, si sa i tedeschi in barca hanno delle idee fuori dagli schemi!

È arrivata l’ora di mollare gli ormeggi, aiutiamo un equipaggio francese che regata con noi che ha un’avaria al motore ad essere rimorchiati fuori dal porto e tiriamo su le vele. Vento teso da ovest ma con un bel sole, condizioni ottimali e oggi riusciamo a fare una bella partenza, il percorso è identico a quello di ieri, boa a Capo Feno, segnale della secca del prete e di Lavezzi da lasciare a destra e arrivo davanti al porto di Santa Teresa Gallura. Superata la prima boa ci chiediamo se il vento ci consenta di issare come ieri lo spinnaker, osserviamo che quasi tutte le altre imbarcazioni lo issano e quindi le imitiamo. Purtroppo qualcosa non va per il verso giusto, o meglio io sbaglio il punto di scotta e dobbiamo tirarlo giù, aveva visto bene il tedesco. Riproviamo velocemente issandolo questa volta correttamente si gonfia bene ma poi clamorosamente cade in mare. Roberto e Alessandro mi accusano di non saper fare i nodi e quindi si sarebbe sciolto il nodo del punto di penna in alto, resto sconcertato, recuperiamo lo spinnaker dal mare e controllo il punto di penna: si è strappato, meno male non è colpa della mia gassa!

Ora non ci rimane che pazientare in questo tratto di poppa e cercare di recupare da Lavezzi quando saremo di bolina dove le nostre vele sono più performanti. In effetti riusciamo subito ad avvicinarci al resto della flotta ma ad un certo punto un secco rumore metallico si sovrappone a quello del vento sulle vele, Roberto è il primo ad individuare la causa, si è rotto l’attacco delle sartie alte nella crocetta il pericolo imminente è che si spezzi l’albero. Il tempo sembra scorrere al rallentatore, accendere il motore, ammainare le vele, un cima si avvolge al boma ostacolando l’operazione, senza indugi Roberto la recide con il coltello. Finalmente niente vele, l’albero sta su cerchiamo di riprenderci dallo spavento, di ragionare, infatti abbiamo agito solo per istinto, dobbiamo evitare che l’albero oscilli troppo con il moto delle onde. Roberto si appoggia alla base dell’albero e con le gambe tese mette in tensione le sartie che si sono staccate dalla crocetta, ma è impensabile rimanere in questa posizione per circa due ore e mezza, è questo il tempo stimato per arrivare a motore in porto. Alla fine la soluzione migliore è quella di incastrare la scopa con un robusto manico di legno tra l’albero e le sartie, assicurandola per bene. Siamo consapevoli che certamente esistono soluzioni migliori ma in quel momento questa è stata quella adottata e abbiamo stabilizzato l’albero. Il resto lo ha fatto il nostro vecchio Volvo Penta che non ha tradito le sue doti di affidabilità riportando Orange Seal 2 in porto. Quindi la nostra regata l’abbiamo vinta, fronteggiando  una importante avaria senza panico ma concedendoci anche una bella risata guardando la scopa.

La classifica finale dirà che siamo arrivati 10 su 12 imbarcazioni nella nostra classe, ma ovviamente in nessun caso regatavamo per una coppa! Un grazie va comunque agli organizzatori di questo Trofeo che hanno saputo coinvolgere anche gli equipaggi francesi con la vela come occasione per unire  le due isole.

Abbiamo già fatto vedere l’albero all’occhio esperto di Sergio, lunedì ci attiveremo per trovare on line due crocette nuove così sarà anche l’occasione per una bella revisione all’albero. Siamo certi che in poco tempo Orange Seal 2 sarà nuovamente in grado di riprendere a navigare.

Ovviamente anche ieri abbiamo continuato a raccogliere i dati sulle specie osservate e oltre alle solite berte maggiori, marangoni dal ciuffo e gabbiani reali, abbiamo osservato un gheppio e alcuni falchi di palude in migrazione. Questo sarà l’argomento delle prossime puntate che vedrà l’equipaggio di Orange Seal 2 partecipare ad un progetto di ricerca all’Osservatorio Faunistico di Tumabarino nella cornice del Parco Nazionale dell’Asinara.

Alberto Fozzi

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share