È finita in gloria nel momento di maggiore difficoltà. Un autentico colpaccio (2-1) quello del rabberciato Cagliari contro il più quotato Bologna, a conferma che talvolta la disperazione produce risultati sorprendenti, fino a sovvertire e scacciare le paure del pre partita e di ogni pronostico.
Tre punti d’oro per i rossoblù di Claudio Ranieri, conduttore indiscusso e indiscutibile di una squadra che senza di lui sarebbe una ciurma senza bussola e costantemente fuori rotta. Come lo è stato anche contro il Bologna nella prima mezz’ora di gioco, quando stava andando alla deriva sotto un arrembante attacco avversario. È allora che si è vista e sentita l’importanza di avere alla guida della squadra un tecnico come Sir Claudio.
Ha capito che la formazione a cui si era affidato non dava i risultati sperati e ha cambiato le carte in tavola trasformando modulo e disposizioni in campo, primo di tutto Nandez riconsegnato alla sua fascia destra, suo naturale terreno di gioco. Al 31’ Petagna ha riequilibrato il risultato ed è cominciata un’altra partita. Fino ad allora era stata notevole la differenza fra le due squadre, con gli ospiti nettamente superiori. Il Cagliari ha fatto quanto era nelle sue possibilità, cercando di tenere testa ai più quotati avversari. Si sapeva che sarebbe stata un partita complicata per gli uomini di Ranieri, e tale si è confermata nella prima mezz’ora.
Con la squadra rabberciata e con l’attacco spuntato, dove l’isolato Lasagna doveva battersi da solo contro i tre difensori felsinei schierati in linea, era difficile fare meglio. Il centrocampo è rimasto a lungo nelle mani dei giocatori di Thiago Motta e meno male che la difesa cagliaritana ha tenuto l’urto con i suoi due centrali Dossena e il sorprendente Wieteska, concentrati e sempre efficienti davanti a Scuffet. I problemi sono giunti caso mai sulla fascia sinistra dove un timido Augello non l’ha mai vista contro Orsolini e ha avuto grandi responsabilità sul gol del bolognese. La sosta fra i due tempi è servita a Ranieri per catechizzare i suoi e al ritorno in campo nella seconda frazione di gioco si è visto il Cagliari che i tifosi vorrebbero sempre vedere. La risistemazione dello schieramento, il disastroso Augello lasciato negli spogliatoi per far posto ad Azzi, ma in particolare la carica suonata da Nandez e Petagna – i migliori in campo in assoluto per il Cagliari-, la sicurezza data alla difesa da Dossena e Wieteska (che bella sorpresa), un Viola onnipresente e i generosissimi Sulemana e Prati a centrocampo, hanno riequilibrato i valori in campo e così la ciurma Ranieri ha condotto in porto senza grandi rischi una vittoria preziosissima.
Tre punti che fanno classifica, tengono la squadra sopra la linea di galleggiamento e, soprattutto, danno morale. C’è da far passare nella maniera meno dannosa possibile questa situazione di grande difficoltà nel mettere assieme una formazione competitiva. Ranieri dovrá rimanere per almeno altre quattro partite con due soli attaccanti disponibili – Petagna e Pavoletti- e continuare a soffrire in difesa per le note criticità sulle fasce laterali e al centro. La bella prova di Wieteska potrebbe voler dire che finalmente è stata trovata l’accoppiata centrale giusta, ma al momento è solo una speranza. Ormai è evidente – come è stato fatto chiaramente intendere dalla società e da Ranieri – che dalla sessione invernale di calcio mercato, in atto da due settimane e fino al 31 gennaio, che il Cagliari non acquisterà i giocatori necessari.
Non ci sono soldi da spendere e neppure nomi alla portata di mano. Ranieri dovrá fare un altro miracolo: tirar fuori dai suoi ragazzi ogni risorsa posseduta, e anche qualcosa di più. Questa rimane l’unica strada per salvare la serie A.
Luciano Onnis