Il Cagliari perde ancora, passa il Verona: la serie B è vicina

Ennesima sconfitta, il probabile sigillo a un fallimento totale di squadra, tecnico e società. Lo sancisce il  2 a 1  con cui un Verona nettamente superiore in tutto  e per tutto,  seppur neanche tanto motivato, ha  espugnato anch’esso la Unipol Domus, diventata terra di conquista per chiunque, in questo e nei precedenti campionati.

È l’ennesima figuraccia di un Cagliari destinato inesorabilmente alla serie B. Inutile star lì a fare calcoli  e pronostici, a  guardare alle tre giornate che rimangono con un  remoto briciolo di ottimismo. La realtà parla chiaro: questa è una squadra che per come è stata costruita e mandato in campo,  non merita la serie A. Come non la merita la società per i disastri che ha compiuto mettendo assieme un organico mediocre, affidandolo oltre tutto a un allenatore che, dall’alto della sua esperienza (e delle occasioni mancate), ha dimostrato di non essere riuscito a tirar fuori niente di buono dai suoi giocatori. Nomi ritenuti  una garanzia e giovani di belle speranze non li ha saputi né plasmare né motivare.

Il presidente Giulini, e il ds Capozucca,  responsabili di campagne acquisti totalmente sballate, lo avrebbero dovuto capire da inizio girone di ritorno che Mazzarri era un cavallo perdente. Bolso e senza più nerbo. La squadra non lo ha mai seguito, non l’ha mai ritenuto un vero capo. Il tecnico toscano non è stato capace di creare una parvenza di gioco, di assegnare schemi precisi, e collaudati in allenamento.

Anche oggi, nell’incontro del “o la va o la spacca” con il Verona, i rossoblù hanno insistito con i lanci  alti e lunghi che i difensori veronesi non hanno avuto problemi a controllare. Joao Pedro e Keita sono stati regolarmente annullati e solo una volta il senegalese ha avuto uno spunto (palla a terra), andando però a incocciare il palo della pirata ospite. Quando  gli è subentrato Pavoletti, il re del  colpo testa ha dimostrato di non essere più lui, che la stagione dei gol a grappolo è ormai un ricordo. Se poi il gioco di squadra non lo aiuta, il discorso è chiuso. I casi sono due: o è il mister a dire ai suoi giocatori di  applicare questo schema, oppure in campo i protagonisti fanno il gioco che vogliono. 

Ma non serve, e sarebbe anche ingeneroso, processare i giocatori. La volontà e la loro disponibilità non sono mai mancate. Quel che non c’è stata, è la qualità. Ma in proposito il discorso va allargato, non può e non deve essere un processo a chi  ha avuto da svolgere compiti superiori alle proprie possibilità. O forse, e  questo è assai più probabile, hanno subito il torto di avere una guida tecnica disastrosa sotto tutti gli aspetti. Mazzarri ha chiaramente dimostrato di non essere all’altezza della situazione, Giulini, persona onesta  ma inesperto, abbia  adesso il coraggio di ammettere di avere sbagliato la scelta del tecnico e di aver perseverato nel mantenerlo  alla guida anche quando è apparso evidente  a tutti che l’allenatore non era quello che serviva per dirigere il Cagliari nel mantenimento della categoria.

Solo la matematica non condanna questo Cagliari alla retrocessione, ma sembra solo questione di numeri. Non si riesce a immaginare nella ripetizione del miracolo dello scorso campionato. Anche stavolta – forse più di quello precedente – le squadra avversarie hanno aspettato il Cagliari moribondo. Ma i rossoblù non sono stati capaci di prendere al volo i regali altrui. 

La resa appare dietro l’angolo, non si capisce come possa essere evitata la serie B. I proclami che si vanno ripetendo da mesi a termine delle tantissime sconfitte (“ci rifaremo alla prossima”), sono una presa per i fondelli che i tifosi non meritano. Al termine della debacle con il Verona, la squadra è stata chiamata sotto la Nord dagli ultras. I giocatori hanno avuto il buon senso di andarci, hanno ricevuto insulti a quattr’occhi ma perlomeno si sono dimostrati uomini. Anche loro non meritano questa sconfitta, l’umiliazione degli insulti. Hanno dato quel che potevano.

Le responsabilità sono altrove. Negli spogliatoi, a fine gara,  il mister ha riproposto una litania che francamente ha stancato. Però ha ammesso  che il Cagliari stavolta ha meritato di perdere. Bontà sua. L.On 

CAGLIARI (3-5-2): Cragno; Goldaniga (50 Carboni) , Lovato, Altare; Bellanova (75 Pereiro), Deiola (46 Rog), Grassi, Marin(46 Nandez), Dalbert; Joao Pedro, Keita (50 Pavoletti) (All:Mazzarri)
VERONA (3-4-2-1): Montipò;  Ceccherini (73 Sutalo), Depaoli, Casale;  Faraoni, Tameze, Ilic (65 Veloso), Hongla (66 Gunter); Barak (65 Lasagna), Caprari (83 Retsos); Simeone. (All:Bocchetti)
ARBITRO: Orsato
RETI: 8 Barak; 45 Capari;  57 J.Pedro.

             

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