Mettiamola così: è finito il primo step di otto gare in salita (esclusa quella interna con l’Udinese) e comincia per il Cagliari un altro campionato, a propria dimensione. Si chiude, forse illusoriamente, una parentesi e se ne apre un’altra. Nella speranza che sia quella della riscossa. Lo sperano soprattutto i tifosi che continuano a sostenere la squadra in casa e fuori e applaudono anche nelle sconfitte più umillianti, come quella per 1-4 con la Roma. Sperando che però sia l’ultima di una serie nera che più nera non si può. Lo si spera anche per Claudio Ranieri, che non merita queste umiliazioni. La domanda dei più torna di attualità: ma chi glielo ha fatto fare a tornare a Cagliari per gettarsi anima e corpo (ma soprattutto cuore) in una avventura al limite dell’ impossibile. Non se lo merita, Re Claudio. Ha creduto alle promesse, non mantenute, del presidente Giulini e del direttore sportivo Bonato in sede di calcio mercato e sta pagando personalmente e professionalmente.
L’avevamo scritto e lo ripetiamo dopo questa nuova sconfitta casalinga con la Roma di Josè Mourinho: quella rossoblù è una squadra imbarazzante. Da quel che ha fatto vedere finora, il Cagliari non è competitivo, è un insieme raccogliticcio di giocatori che, in larga maggioranza, in questa categoria non ci stanno a far niente. Queste prime otto partite hanno rivelato la modestia dell’organico, apparentemente inferiore – da quel che si è visto finora in tutti i campi della seria A – alle pari grado con cui dovrà giocarsi la permanenza nella massima serie. La società ha sbagliato ancora una volta nella costruzione della squadra, su questo non ci piove. Molti giovani ancora da svezzare, conferme di giocatori per i quali la serie A è un lusso esagerato, giocatori con carriera conclusa mantenuti solo per riconoscenza. A fonte di questo, sono stati fatti acquisti perlomeno dubbi che, infatti, si stanno rivelando perlomeno inadeguati
L’impressione dal di fuori è che anche Ranieri non sappia più che pesci pigliare e
cominci a non capirci più nulla di questo squinternato organico che la società gli ha messo a disposizione. Le sta provando tutte, in maniera anche confusionaria, ma davanti alla tanta pochezza che ha in mano, anche lui potrebbe non bastare per salvare la baracca. Sir Claudio, dall’alto delle sue capacità e della sua esperienza, non mollerà di un centimetro e nelle interviste post partita, dopo averlo fatto negli spogliatoi con i suoi giocatori, manda a dire che “il campionato inizia adesso, ma dobbiamo stare tutti uniti” e che “non è che adesso arrivi un campionato più facile, ma ce la giocheremo con squadre come noi”. E avverte: “Però dobbiamo dare tuti qualcosa di più, diversamente non ce la faremo”. Bisognerà vedere se troppi giocatori rossoblù sapranno reinventarsi e magicamente salire di livello. In sala stampa anche il direttore sportivo Nereo Bonato a portare la voce della società. “Siamo in un momento delicato e complicato – ha detto il ds -, che ci fa capire che qualcosa non va. Serve tempo quando si lavora con giovani e con ragazzi che la serie A non l’avevano mai giocata”. Sarà anche così, ma la realtà dice il tempo del rodaggio è già finito e che per rimanere in A bisognerà correre, e tanto. Con la speranza che basti.
Luciano Onnis
Cagliari (3-5-2): Scuffet; Hatzidiakos (46 Zappa), Wieteska, Obert (68 Dossena); Nandez, Sulema (39’ Luvumbo), Prati, Makoumbou Azzi; Oristanio (74 Shomurodov), Petagna (68 Pavoletti). All: Ranieri
Roma (3-5-2): Rui Patricio; Mancini, Cristante, Ndika; Karsdorp (69 Kristensen), Bove, Paredes (79 Celik), Aouar (60 Pagano), Spinazzola; Dybala (40 Belotti), Lukaku. All: Mourinho
Arbitro: Sozza
Reti: 19’ Aouar; 20’ Lukaku, 51’ Belotti, 59’ Lukaku, 86’ Nandez (r)