Chi pensava e sperava che il Cagliari avesse impresso una svolta positiva al suo campionato, si deve ricredere. La delusione arriva da Monza, dove i tifosi rossoblù accorsi in tremila dalla Sardegna e dal centro-nord Italia allo stadio brianzolo, avrebbero meritato ben altro. Invece la squadra di Ranieri è tornata ad essere quella solita di questo sciagurato campionato, incassando una nuova sconfitta davanti ad avversari – sicuramente superiori sotto l’aspetto tecnico, fisico e anche tattico – che non si sono di certo sbattuti più di tanto nel cercare a tutti i costi il successo.
Diciamola tutta: il Cagliari ha perso non per merito degli avversari, ma per la propria inconsistenza. Abbastanza bruttina e deludente la prova dei rossoblù – anche se qualcuno sosterrà per amor di patria che in fin dei conti non è stata così male -, nuovamente penalizzati dai propri limiti in almeno metà dell’organico. Se poi mancano anche l’ardore agonistico, la concentrazione e la determinazione nel voler prevalere sull’avversario, allora se ne pagano inevitabilmente le debite conseguenze. Che sono quelle note di una classifica sul filo del rasoio fra retrocessione e salvezza.
Il Cagliari a Monza ha iniziato sulla difensiva, poco propositivo in avanti, senza un progetto di gioco se non i lanci lunghi dalla retroguardia per gli attaccanti costretti a giocare con le spalle alla porta avversaria, regolarmente sovrastati e facili prede dei difensori monzesi. Dirà bene l’allenatore Ranieri: “Questi ho e questi devo far giocare”. Sono fioccati i passaggi laterali o all’indietro anche quando sarebbe stato intelligente agire velocemente in profondità, con Makoumbou e Deiola semplicemente indisponenti nel loro perdere palla e rallentare il gioco con errori marchiani. Ma non è colpa loro se i limiti sono quelli di non saper inventare gioco e, per quanto concerne il sardo di San Gavino, con lacune tecniche non comuni nella massima serie. Non si sono contati i palloni persi e regalati agli avversari in fase di ripartenza dai due centrocampisti, non da meno quelli malamente giocati anche da Zappa, Yankto, Augello e Nandez. Ad aggravare la prova mediocre dell’uruguaiano, confusionario e poco produttivo nonostante la solita grande dedizione, anche l’inutile fallo commesso al limite dell’area rossoblù che ha permesso al Monza di andare in vantaggio a due minuti dalla fine del primo tempo con una punizione magistralmente trasformata da Maldini: una pennellata da verso artista del pallone da applausi a scena aperta.
Il Monza si stava limitando a giochicchiare e a non correre troppi rischi. Cosa che veniva loro anche abbastanza facile vista la forza degli avversari in campo. E’ stato un vero peccato per la squadra di Ranieri subire il gol quando meno sembrava potesse arrivare, con le squadra già mentalmente negli spogliatoi per il riposo. Il Cagliari, dopo aver subito gli avversari nei primi 15 minuti, ha pian piano ripreso fiato e preso in mano le redini del gioco (detto in senso benevole), senza però creare azioni da gol se non una punizione di Lapadula, con il pallone finito di mezzo metro fuori dal palo di sinistro della porta monzese. Al ritorno in campo per il secondo tempo, Ranieri ha apportato due sensate sostituzioni: fuori l’inguardabile Makoumbou per far posto al redivivo Prati, out anche il (nuovamente) deludente Yankto, rimpiazzato dall’estroso Oristanio.
L’andamento della partita non è però cambiato gran che. Giusto un maggiore possesso palla rispetto ai padroni di casa, ma la povertà di idee e la mancanza di esecutori ha incanalato l’incontro verso un noioso batti e ribatti a centrocampo, con la tabellina degli errori in continua evoluzione. Nessuna occasione da rete creata, se non quella del gol annullato a Lapadula per un evidente fuorigioco. Logica la sconfitta finale per i sardi, che devono ancora una volta leccarsi le ferite e provare a ripartire.
Fortunatamente le altre squadre delle zone basse della classifica non sono migliori di quella rossoblù e tutte sembrano aspettarsi l’un l’altra. Ma senza la forza d’urto dettata da un disperato “si salvi chi può”. non si potrà andare da nessuna parte. E questo il Cagliari sembra spesso dimenticarlo.
Luciano Onnis