Cultura, Ict, aerospazio e agricoltura: a Sinnova l’esempio di quattro aziende di successo

Dall’aerospazio all’agricoltura, dal turismo alla tecnologia: nella prima giornata di Sinnova trovano spazio gli esempi di eccellenze innovative realizzate in Sardegna. La seconda tavola rotonda ospitata nella sala conferenze della Manifattura Tabacchi, spazio nel cuore di Cagliari dove questa mattina è stata inaugurata la quinta edizione del Salone dell’Innovazione della Sardegna, ha avuto come focus “Sardegna: terra di specializzazioni. Casi di successo nei settori ICT, Aerospazio, Agrifood e Turismo“.

Sinnova, da giovedì a sabato il salone dell’innovazione in Sardegna

I lavori, iniziati alle 11,15, sono stati introdotti da Raffaele Paci, vicepresidente della Regione, che ha sottolineato la necessità di fare il punto sulla strategia di specializzazione intelligente delle imprese che lavorano nell’Isola. La parola quindi a Francesco Grillo, Visiting Scholar dell’Università di Oxford: “L’aspetto distintivo dell’innovazione in Sardegna è che è molto concreta, pragmatica. Spesso infatti si parla di innovazione in termini generici e astratti, mentre nell’Isola sono nate specializzazioni che puntano a caratteristiche locali distintive e con forte carattere identitario”.

A raccontare le diverse realtà di successo in Sardegna sono Antonio Solinas, della società Abinsula, Alessio Buccaioni di Airbus Defence and Space, Emanuele Balliani della cooperativa 3A di Arborea e Mario Paffi del Museo delle maschere di Mamoiada.

“La nostra realtà è nata cinque anni fa per lo sviluppo dei software open source nelle automobili – dice Solinas di Abinsula, azienda specializzata in Ict – allora il mercato era nuovissimo. Da lì poi ci siamo rivolti ad altri settori come l’agricoltura, la medicina, l’aerospazio, l’energia. Oggi è necessario rinnovarsi in continuazione, non è più possibile tornare indietro o pensare di lavorare in modo competitivo con i vecchi strumenti. La nostra società punta molto sul lavoro di squadra: abbiamo la partecipazione di sette start up sarde, abbiamo creato reti con tante aziende diverse e con le istituzioni come Confindustria. I software sardi sono in tutto il mondo, dentro satelliti, automobili e strumenti diversissimi, e di questo non possiamo che essere orgogliosi”.

Da un’azienda sassarese nata dall’idea di cinque soci come Abinsula a una grande impresa milionaria: Airbus Defence and Space ha progetti in tutto il mondo ma ha scelto di investire anche in Sardegna. A raccontare le prospettive isolane è Alessio Buccaioni, ceo di Westrade Ltd e rappresentante di Airbus. “Giriamo tutti i continenti alla ricerca di nuove opportunità di sviluppo e abbiamo trovato nuove idee proprio in Sardegna, insieme al Distretto aerospaziale Sardegna. Presto presenteremo il progetto di un sistema di posizionamento per velivoli anche a pilotaggio remoto”.

“Un sogno”: così Emanuele Balliani, vicepresidente 3A di Arborea, definisce la nascita e la crescita della cooperativa lattiero- casearia con sede nella cittadina di Oristano. “L’azienda fonda le sue radici sulla cooperazione, un obiettivo difficile ma importante. Molti di noi arrivano da fuori, è vero, ma l’azienda punta molto sulla sua sardità: sarda è la materia prima, tutti i soci sono sardi da generazioni, il management è sardo. Oggi raccogliamo 206 milioni di latte (di cui 7 dal latte caprino) che raggiungono il mercato mondiale. Per noi l’innovazione è stata costruire una zootecnia nuova a partire dai bovini, che prima venivano usati solo per concimare il terreno; oggi stiamo concentrando i nostri sforzi su energia e ambiente con interventi già fatti o in corso: abbiamo realizzato un impianto fotovoltaico e un impianto a Btz con rigassificazione aziendale per abbattere emissioni Co2, con l’obiettivo di diversificare le nostre fonti energetiche. Stiamo per avviare la creazione di un biodigestore a biometano, da utilizzare nella logistica dell’azienda e nelle attività dei soci. Infine, lavoriamo sulla qualità che non intendiamo solo come qualità del prodotto ma come qualità della vita dei soci e degli animali”.

L’innovazione non significa solo produrre ma anche migliorare i servizi turistici e culturali: il Museo delle maschere di Mamoiada è nato proprio con l’intento di proporre a turisti e sardi un’idea nuova di tradizione. “Da 17 anni, quando abbiamo creato il Museo grazie a un bando regionale, cerchiamo di valorizzare le nostre tradizioni creando sviluppo locale – sottolinea Mario Paffi, responsabile della struttura mamoiadina. – All’epoca l’idea di uno spazio dedicato alle maschere vide il parere contrario di alcuni esperti, convinti che non aveva senso musealizzare realtà e usanze ancora vive. Invece abbiamo cercato di creare un museo aperto al territorio, con sale espositive da una parte ma soprattutto esperienze emozionali attraverso video e immagini, in un primo momento analogiche, poi digitali. A breve poi apriremo una nuova sezione multimediale dedicata ai bambini e abbiamo già un’app, Mamoiada for you, che permette di creare un percorso di visita personalizzato. La nostra è una realtà piccola, il paese ha poco più di duemila abitanti eppure nel 2016 abbiamo avuto ben 22 mila turisti, la metà stranieri. Ci siamo posti da subito come punto di incontro per i territori, gli artigiani, le strutture ricettive, le associazioni.  Il nostro percorso è legato anche alla nascita della cantina Sedilesu che ha creato il vino ‘Mamuthone’. Il paese prima era purtroppo conosciuto per le faide, oggi possiamo dire che c’è una grande attenzione per la nostra cultura e le eccellenze del territorio, e questo grazie soprattutto all’idea che abbiamo perseguito di proporci in maniera innovativa”.

Francesca Mulas

 

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