Songini: “L’innovazione non aspetta, è già tempo di rilanciare”

Archiviato il quinto “Sinnova”, è già tempo di rilanciare: l’innovazione, proprio perché ha il compito di innestare il futuro sul presente, non aspetta. Questa è l’idea che emerge dal colloquio con Valter Songini, responsabile della comunicazione edivulgazione scientifica di Sardegna Ricerche, l’agenzia regionale che implementa i programmi a sostegno dell’innovazione, sostenendo le giovani imprese che hanno elaborato idee brillanti. “Un compito maieutico, per certi versi, specie all’inizio, quando si tratta di dar gambe alle idee e ancora più decisivo nella seconda fase, quando dall’idea si passa al mare grande del mercato”, precisa Songini, alfiere dell’innovazione nell’Isola.

Dottor Songini, molto è stato fatto nel campo dell’innovazione, altro si sarebbe potuto fare. Ma forse è più importante chiedersi cosa sia meglio fare già domani.

Un’indicazione da tenere in debita considerazione è quella proposta nel corso di Sinnova da Stefano Venturi, ex ad di Cisco Italia oggi presidente dell’American Chamber of commerce in Italy e Corporate Vice President e ad di Hewlett Packard Enterprise, figura di indubbio spessore. Ebbene,Venturi ci ha detto due cose. La prima è che le start up hanno bisogno di lavorare insieme alle imprese tradizionali e viceversa. Si tratta di due mondi che spesso non dialogano, ma si tratta di un errore. Un simile modus operandi, nella misura in cui realizza una saldatura tra processi già consolidati e innovazione garantisce alle imprese tradizionali maggiore efficienza e alle start up un futuro concreto. In secondo luogo, Venturi ha puntato il dito su una mancanza che affligge il settore dell’innovazione in Italia, l’assenza di figure imprenditoriali che affiancano le start up nei primi mesi di vita. Non mi riferisco tanto ad un soggetto che, detto in maniera cruda, ci metta il denaro. O, almeno, non solo. Piuttosto si tratta di una guida che metta a disposizione dei giovani imprenditori la sua esperienza, un mentor come lo chiamano negli Stati Uniti.

Come si può stimolare la nascita di giovani imprenditori?

Questo è certamente uno dei compiti di Sardegna Ricerche. Ma si tratta di un obiettivo che è possibile raggiungere se si consente ai ragazzi di familiarizzare con la tecnologia già durante la scuola dell’obbligo. Dunque attraverso la formazione. Non è un caso, infatti, che la terza giornata di Sinnova fosse incentrata sul programma regionale “Tutti @iscola”. Proprio la scuola, nella misura in cui rende possibile l’avvicinamento dei ragazzi ai grandi temi dell’innovazione come la creatività e la tecnologia, può creare l’humus culturale per la nascita di nuovi imprenditori. Guardiamo agli Stati Uniti, dove il coding ovvero la programmazione è già una materia quasi obbligatoria negli Stati Uniti. Occorre, poi, tenere conto delle attuali necessità dell’industria dell’innovazione: c’è crescente bisgno di figure che sappiano lavorare con i big data.

Un dibattito tra Francesco Grillo, Visiting scholar dell’Università di Oxford), lo svedese Jukka Teräs, Senior research fellow Nordregio e il catalano Jordi Garcia Brustenga dell’Università di Barcellona ha messo in evidenza che le strategie di specializzazione scelte da Svezia e Catalogna sono molto simili a quelle portate avanti dalla Sardegna. Come va interpretato questo dato?

Il fatto che in Catalogna e Svezia puntino su mobilità sostenibile, ambiente, turismo e biotecnologie, esattamente come fa la Sardegna rivela che l’Isola ha fatto una scelta giusta. Rimane il fatto che siamo una piccola realtà, ma abbiamo delle frecce nell’arco. Il Joint Innovation Centre di CRS4 e Huawei ne è una prova. Un’altra è proprio Sinnova, un’agorà che non è facile ritrovare in altre regioni d’Italia. Anche occasioni come questa dimostrano che c’è un’attenzione costante verso il nuovo.

Un sogno nel cassetto?

Ospitare in Sardegna una scuola di programmazione per applicativi sul modello di quella aperta da Apple a Portici.

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