Spopolamento, Oppus (Anci): “Serve un piano Marshall dei piccoli comuni sardi”

Secondo un recente studio dell’Università di Cagliari, nell’arco dei 60 anni compresi tra il censimento del 1951 e quello del 2011, la percentuale di comuni in calo demografico è stata di circa il 60% (228 comuni su 377) e, di questi, oltre un terzo (35,5%) ha registrato un decremento superiore al 40%. Quasi tutti i comuni con uno stato di salute precario, se non grave, o addirittura gravissimo, si trovano nell’area interna della nostra isola. Tra questi paesi c’è anche Sennariolo, piccolo borgo popolato da 187 anime. Del tema dello spopolamento delle zone rurali della Sardegna si è parlato ieri proprio nelle campagne di Sennariolo, in zona S. Vittoria, al convegno promosso dalla ‘Assoziazione Nino Carrus’ e dall’Associazione Borghi autentici. Dice il Presidente Fausto Mura della Nino Carrus: “L’Associazione Nino Carrus da anni è sensibile a questo tema. Lo spopolamento è il tema dei temi per la Sardegna. Le iniziative dell’Associazione negli ultimi anni portano a trattare dei temi delle zone interne dell’Isola, provando a facilitare gli incontri pubblici tra gli amministratori”.

Dal convegno sono emerse, non senza difficoltà, visioni volte ad orientare ad una prospettiva diversa il futuro prossimo dell’Isola che le nude cifre disegnano a toni scuri.

Dal dibattito è emerso che al pettine del tema dello spopolamento della Sardegna arrivano tutti i nodi storici dell’Isola. La mancanza di lavoro, l’emigrazione, la denatalità, il dissesto e la carenza della rete infrastrutturale, quella telematica, la tutela della cultura e dell’identità, la vocazione agropastorale, il rispetto dell’ambiente. Tutto in un unico giorno. Ma con la consapevolezza chiara che non si possa cambiare la storia dell’Isola in un convegno. Il tema, infatti, cade nel mezzo della Riforma degli enti locali, proprio a firma dell’Assessore Cristiano Erriu, già sindaco di Santadi.

Una tematica importante che riprende ciclicamente spazio nel dibattito in Sardegna. Ma che sembra stentare con un’azione di contrasto ben definita, logica, e duratura nel tempo. Da parte dei sindaci si è lamentata la mancanza di risorse, e di strategie. Spesso l’incapacità di coordinamento e programmazione da parte della Regione, la burocrazia, e la mancanza di visione di uno sviluppo a lungo raggio. “Serve un piano Marshall per i piccoli Comuni”, dice Umberto Oppus (Anci). “Dobbiamo scrivere la Carta dei Comuni, ed è pure necessario intervenire sulla legge elettorale, e su una fiscalità di vantaggio per le zone rurali. Una sorta di Zona Franca delle Zone Rurali, per attrarre ed incentivare il ripopolamento delle zone interne”, dice il sindaco di Bortigiadas, Emiliano Deiana. La possibilità che, anche in Sardegna, insomma, a discapito degli storici campanili che da sempre caratterizzano il nostro tessuto rurale, si possa parlare di Unioni di Comuni efficienti. E non mancano esempi positivi: dice Clara Michelangeli, sindaco di Onanì: “Paradossalmente ad Onanì, grazie alla riconversione dei fondi PFR, con la misura 126, dopo l’alluvione del 2013, intorno alle aziende agricole si è riusciti ad invertire una linea di tendenza negativa. Ma solo se si va nella direzione della tutela ambientale, dietro una adeguata programmazione, la politica può assolvere al proprio compito. Cosa che però, purtroppo, non sempre è avvenuta”.

Le conclusioni, affidate all’Assessore Erriu, puntano a non eludere i problemi messi in campo dai sindaci. “Spero che da qui, oggi, nasca un’azione condivisa per il riordino degli Enti locali. Ora sono lasciati ad un’organizzazione a ‘mille foglie’ in cui si resta necessariamente ingabbiati. È urgente un piano di riordino della pubblica amministrazione. E la Riforma degli enti locali va proprio in questa direzione. Serve coraggio da parte di tutti, per superare i particolarismi. Quest’azione è un intervento che da sola non è chiaramente sufficiente. Ma è il momento delle scelte. La Sardegna non può essere tutta metropolitana, semplicemente perché le caratteristiche dell’interno e del capo di Nord sono altre. Bisogna usare strumenti che ci sono già, se è necessario crearne di nuovi. Perché si mantenga la caratteristica della ruralità della Sardegna, senza perdere le opportunità o le competenze necessarie per la programmazione a lungo raggio. I piccoli Comuni non possono reggere la sfida della competitività in termini di adeguatezza, rispetto ad altre aree urbane. Ecco allora che bisognerà parlare di coesione, programmazione coordinata e condivisa. Ma i Comuni che vogliono essere al centro del cambiamento e della svolta, devono essere in grado di dimostrare di meritare sul campo questo ruolo da loro ambito”.

(Presenti alla tavola rotonda il Presidente della Consulta dei piccoli Comuni, Omar Hassan, Il Direttore dell’Anci, Umberto Oppus, il sindaco di Ollolai, Efisio Arbau, la sindaca di Onanì, Clara Michelangeli, la sindaca e parlamentare di Sadali, Romina Mura, il sindaco di Bortigiadas, Emilio Deiana, il sindaco di Sorradile, Pietro Arca, il sindaco di Banari, Giampiero Cordedda e il Vice Presidente dei Borghi Autentici, e l’Assessore degli Enti Locali, Finanze e Urbanistica, Cristiano Erriu, in rappresentanza del Presidente Francesco Pigliaru, impegnato a Bruxelles)

Davide Fara

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