A Sassari la Faradda di li Candareri. “Una danza di pace per unire la città”

Si rinnova oggi a Sassari la Faradda di li Candareri, la “Discesa dei Candelieri”, una festa inserita dal 2013 nel Patrimonio orale e immateriale dell’umanità dell’Unesco e che si tiene ogni anno in città il 14 agosto, la sera precedente alla festa della Madonna Assunta. Sono undici i Ceri votivi che quest’anno danzeranno per sciogliere il voto alla Madonna con l’ingresso dell’undicesimo gremio, quello dei Macellai. Ma la discesa dei Candelieri è ancora una festa religiosa? La domanda è lecita, soprattutto dopo le polemiche che hanno caratterizzato l’edizione dello scorso anno della “Faradda” dove i fischi al sindaco (una sorta di giudizio popolare a cui i sassaresi non sembrano disposti a rinuciare) hanno rischiato di mettere in secondo piano lo scioglimento del voto all’Assunta. È una domanda alla quale ha accettato di rispondere Cristian Zedda, segretario del Gremio dei Viandanti, uno tra i tanti sassaresi che vivono in prima persona la festa del 14 agosto. Un volto molto noto in città anche perché, da alcuni anni, ha l’importante compito di scandire il ritmo della discesa con il suono del piffero.

“La Faradda è sicuramente una ricorrenza religiosa – afferma Zedda -. Non lo dico io ma lo dice la storia, perché la discesa dei Candelieri nasce anticamente, forse sotto l’influenza pisana, come espressione di un voto popolare alla Vergine per chiedere la liberazione dalla peste del tardo Cinquecento. Certo, col passare dei secoli sono cambiate tantissime cose. Probabilmente all’inizio aveva l’aria di una processione, mentre ora si tratta di un vero e proprio corteo danzante, con tanto di pifferi e tamburi. Ma questo non toglie nulla all’aspetto religioso: anche nella Bibbia si parla di cortei di questo tipo”.

cristian_zedda_a_destraSe questa tradizione secolare è arrivata fino ai nostri giorni è sicuramente grazie ai gremi, espressioni della vita sociale ed economica della città che, insieme agli amministratori, rappresentano da sempre l’unione tra le varie componenti della comunità di Sassari. Cristian Zedda fa parte fin da quando aveva 3 anni del gremio dei Viandanti. Ora che ne ha 30 guarda a questa appartenenza come a una pagina viva di storia che si trasmette di generazione in generazione.

“Da noi si usa far respirare l’aria dei Candelieri fin dalla tenera età. La mia famiglia fa parte dei Viandanti da almeno sei generazioni e per noi è molto importante mantenere questo senso di appartenenza. I gremi anticamente rappresentavano tutti i vari settori della città. E anche oggi il senso dei gremi nella Faradda è quello di unire. Ogni gremio è legato al proprio patrono. Per noi, ad esempio, la festa principale rimane quella della nostra patrona, la Madonna del Buon Cammino”.

Ma cosa significa vivere la festa dei Candelieri per un gremiante?
“Per noi la giornata ha inizio dalla mattina del 14 agosto nella casa dell’obriere. Qui vengono sistemati gli ultimi addobbi nel capitello del candeliere – racconta -. Poi il capitello viene issato sopra il candeliere nella strada di fronte all’abitazione. È un momento che anticamente aveva un sapore intimo e familiare, mentre ora coinvolge tutta la città e, da alcuni anni, richiama anche numerosi turisti. I portatori iniziano a far ballare il candeliere: non esistono prove ed è in quel momento che si inizia a prendere confidenza con il peso dell’enorme cero. Nel primo pomeriggio ci si sposta in Piazza Castello, mentre le bandiere dei gremi vanno alla chiesa del Rosario. Il nostro candeliere si ferma davanti al portone del comando della Brigata Sassari, dove il comandante lo accoglie come segno del rapporto speciale che esiste tra il nostro Gremio e la Brigata, entrambi protetti dalla Madonna del Buon Cammino”.

Poi la Faradda può avere inizio.

“È una discesa faticosissima – riprende Zedda – con i portatori che trasportano sulle proprie spalle, e a ritmo di danza, i dieci pesanti ceri da Piazza Castello fino alla chiesa di Santa Maria in Betlem, attraversando gran parte del centro storico di Sassari. Ma è una fatica compensata dalla gioia e dalle acclamazioni di un popolo che, mai come in questa occasione, si ritrova unito per le strade di Sassari. Cosa mi auguro per la mia città? Spero veramente che la festa dei Candelieri sia davvero un momento di unità – conclude il segretario dei Viandanti – nel quale si mettono da parte tutte le divisioni sociali e tutte le ostilità politiche. E’ una ricorrenza che è nata per unire Sassari, non per dividerla. Ricordiamocelo mentre facciamo il nostro tradizionale brindisi: a zent’anni!”.

Michele Spanu
(@MicheleSpanu84 on Twitter)

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share