Pigliaru: “Possiamo essere il ponte tra le sponde del Mediterraneo”

“Per anni ci siamo fatti vanto dell’importanza di essere una Terra al centro del Mediterraneo, tanti dibattiti, tante belle parole ma a tutto ciò non ha mai corrisposto quel ruolo che avremo dovuto assumere. Il ruolo di mediatori fra il Nord e il Sud del Mediterraneo, i portavoce di un possibile dialogo tra le due sponde”.

Così il Presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru, ha aperto il suo intervento durante l’incontro organizzato dall’Associazione “A Buon Diritto” che si è tenuto venerdì sera nella sede della Fondazione Banco di Sardegna a Cagliari e dove è stato presentato il rapporto sui flussi migratori in Sardegna dal 2011 a tutto il 2014. I dati emersi, soprattutto rispetto alla percezione dell’opinione pubblica, sono soprendenti.

Negli ultimi 5 anni gli arrivi di immigrati sia in Italia che in Sardegna sono diminuiti notevolmente, mentre sono aumentati i numeri dei migranti che lasciano sia la Sardegna che l’Italia per partire per altri lidi, solitamente europei. Ed è su questo dato che riflette Francesco Pigliaru: “La paura verso l’immigrato che si è diffusa negli ultimi tempi, rischia di farci arrivare a pensare che la soluzione sia quella di dover chiudere tutte le porte a chiunque arrivi, e invece dobbiamo fare molta attenzione e governare questi processi che solo apparentemente sono ingovernabili”.

Nonostante la Sardegna non abbia avuto, nè in passato nè oggi, seri fenomeni di intolleranza e di razzismo nei confronti dei migranti, è pur vero che la crescente fobia “dell’invasione africana” sta toccando inevitabilmente anche i sardi, che tra l’altro vivono un periodo di particolare difficoltà economica e sociale. Un’Europa che non accoglie volentieri, dove molti partiti politici fanno le loro fortune promettendo di respingere gli arrivi e, nel contempo, aizzano l’opinione pubblica contro i migranti stessi.

Ma Pigliaru non ha dubbi nè esitazioni:”Noi dobbiamo accogliere” afferma.
E non vuole fare differenze tra migranti che fuggono da Paesi in guerra o da gravi carestie. “Chi arriva qui, qualunque sia la spinta, va accolto. Dobbiamo studiare le modalità di come farlo al meglio, la Regione deve e dovrà fare di più, attrezzarsi moltissimo nella prima accoglienza e soprattutto nella seconda accoglienza”. Questo il vero tema da affrontare secondo Pigliaru. Dove per seconda accoglienza s’intende la fase successiva all’arrivo, la fase dell’integrazione, quella che prevede l’eventualità di una dimora permanente. “Le nostre istituzioni devono funzionare bene, per i migranti ma anche per i nostri concittadini. Non trovo differenze fra un migrante e un lavoratore dell’alluminio, sono entrambi individui in difficoltà. E la nostra azione politica deve andare nella direzione di tutti quelli che hanno bisogno. E in Sardegna sono in tanti ad averne.”

“L’inclusione deve partire dalla scuola, e ad oggi questo non avviene – afferma il Presidente – nel nord Europa scopriamo che gli esiti scolastici tra i migranti detti di seconda generazione, cioè quelli nati e cresciuti sul territorio che li ha ospitati, e i locali, sono indistinguibili, mentre gli esiti tra i nostri migranti residenti e i locali risultano invece molto negativi. Questo significa che sulla scuola dobbiamo lavorare e investire moltissimo, come già abbiamo iniziato a fare, affinchè la scuola includa tutti, compresi appunto i figli dei migranti.”

Ma l’integrazione avviene soprattutto per altri canali come il lavoro, che non gode di ottima salute neanche per i nativi sardi. “Non dobbiamo scordare che abbiamo un micro-credito apposito per i migranti, un’opportunità da sfruttare e promuovere. L’apertura di una nuova azienda è un bene per chi la crea ma anche e soprattutto per il territorio.” Alla nostra domanda su quanto possa, come Presidente della Regione, stabilire o limitare i numeri dei nuovi arrivi di migranti in Sardegna, Pigliaru ci tiene a precisare: “Per noi l’accoglienza è un dovere, ma sempre nel rispetto di ciò che possiamo offrire. È una questione anche di dignità, sia per noi che per i migranti, non inseriremo cento individui in una struttura dove è previsto che se ne possano accogliere al massimo cinquanta. Siamo solo all’inizio di questo importante processo migratorio, credo che dobbiamo soltanto darci da fare per creare le condizioni migliori per tutti, per i migranti e naturalmente per i sardi”.

Ornella Demuru

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