No alla divisione delle statue di Mont’e Prama: il tesoro di statue nuragiche proveniente dalla collinetta di Cabras dovrebbe essere accolto in un unico spazio espositivo che ne restituisca il valore identitario e culturale nel suo insieme, mentre attualmente le sculture sono divise ed esposte tra Cagliari e Cabras.
La proposta, firmata da un gruppo di archeologi e studiosi della Sardegna, è del giugno 2012 ma oggi è ancora attuale, soprattutto alla luce delle dichiarazioni del ministro Dario Franceschini che qualche giorno fa a Cagliari, dopo la visita al Museo Archeologico, avanzava proprio l’idea di un museo unico su Mont’e Prama.
“Il complesso archeologico di Monte Prama in Sardegna – si legge nel documento – è uno dei più impressionanti gruppi scultorei del mondo antico, costituito da almeno 28 statue colossali di guerrieri di età nuragica e di 16 modelli di nuraghe, ndicativamente databili nella seconda metà dell’VIII sec. a.C. Rinvenuto casualmente nel 1974 e recuperato da due immediate campagne di scavo, dopo l’esposizione di pochi esemplari al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari e la permanenza pluridecennale degli altri materiali nei suoi magazzini, il complesso è stato da poco restaurato su un totale di oltre cinquemila frammenti”.
Le statue così restaurate, come sappiamo, si trovano in parte al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari e in parte al Museo Civico di Cabras: “Tale divisione ci appare errata – prosegue il testo della proposta – confligge con il concetto basilare in archeologia, e nei beni culturali, della inseparabilità di un contesto e del superamento delle vecchie concezioni antiquarie, patrimonio di battaglie e alte riflessioni dalla seconda metà del Novecento. Tale inseparabilità non è una pura petizione di principio, ma la condizione più efficace per poter effettuare lettura, interpretazione e godimento di tale bene. La rinnovata attenzione dei territori e l’affermarsi del concetto dei beni comuni portano a pensare che la sede ideale di tutto il gruppo non possa che essere quella del territorio di Cabras. Auspichiamo perciò che si concretizzi la realizzazione della nuova sede museale, opportunamente rimodulata, ove necessario, per ospitare tutto il complesso archeologico con la massima qualità museologica”.
I promotori (Marcello Madau, Carlo Tronchetti, Fabio Isman, Giulio Angioni, Paolo Bernardini, Alberto Moravetti, Marco Milanese, Giuseppina Manca di Mores, Emanuela Atzeni, Franco G.R. Campus, Alberto Gavini, Valentina Porcheddu, Luca Sanna, Laura Soro, Mario Torelli) hanno formalizzato la loro richiesta con una petizione on line: fino a oggi hanno raccolto 1226 sottoscrizioni.
F.M.