Mesina e la latitanza: “Avevo già fatto troppa galera l’idea del carcere mi spaventava”

Sarebbe stata la paura di ritornare in carcere il motivo che ha spinto Graziano Mesina a darsi alla latitanza, almeno secondo quanto riferito da lui stesso alle legali Beatrice Goddi e Maria Lusia Vernier. Infatti, alla domanda del perché si sia sottratto al carcere il 2 luglio 2020, Mesina ha risposto alle sue avvocate così: “Ho già fatto già troppa galera, oltre 45 anni e l’idea di tornare lì dentro per morirci, mi spaventava”.

Le due avvocate hanno riferito all’Ansa di averlo trovato “dimagrito e psicologicamente provato ma curato nell’aspetto e combattivo come sempre”. Maglione grigio e jeans scuri, sbarbato, molto dimagrito, così è apparso Graziano Mesina, catturato stanotte a Desulo dalle forze dell’ordine dopo un anno e mezzo di latitanza.

Beatrice Goddi e Maria Luisa Vernier hanno varcato le porte del carcere di Badu ‘e Carros a Nuoro, per una breve visita al loro assistito. “Ci ha spiegato che quest’ultimo anno per lui è stato durissimo: sono morti di Covid tra dicembre 2020 e marzo 2021 gli affetti più cari, le due sorelle Antonia e Rosa e il nipote Giancarlo con cui lui viveva. Ma anche perché, ci ha raccontato di non essere mai rimasto nello stesso posto e di aver girato parecchio. Ha anche avuto problemi di salute, come diversi episodi di epistassi – concludono Beatrice Goddi e Maria Luisa Vernier – che però si è curato da solo”.

Le due avvocate attendono ora la comunicazione per l’udienza di convalida dal tribunale di competenza, probabilmente Oristano, in cui presteranno assistenza legale al loro assistito.

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