Alluvione, la Gallura in piazza: “Basta promesse, ci diano i soldi”

Sei mesi possono essere lunghi o brevi. Dipende dalle risposte. Per le popolazioni sarde alluvionate, quel 18 novembre è vicinissimo nei ricordi, lontano nelle risposte. Oggi a Olbia, dopo sei mesi, una piccola parte di quel popolo ferito si è incontrato in piazza Crispi per chiedere quelle risposte e per lamentare, con auspicata lucidità, le mancanze che il Governo ha avuto verso i suoi cittadini colpiti da una tragedia, rimasti senza casa, persone che spesso, al di là della retorica, hanno perso davvero tutto.

Un minuto di silenzio, poi le voci del popolo
Il Comitato degli alluvionati di Olbia ha convocato questa manifestazione e ha esordito sul palco scandendo i nomi delle vittime di quel tragico lunedì 18 novembre. Poi interviene sul palco Moreno Contini, rappresentante del Comitato, che lancia i primi strali contro chi non ha mantenuto le promesse. “I fondi devono essere messi a disposizione direttamente di privati e aziende – spiega – qui abbiamo 90 milioni di euro dello Stato regalati alle banche, siamo imprigionati dalla burocrazia, bisogna svincolare i Comuni dal Patto di Stabilità, non si possono più rinviare gli appalti per i lavori urgenti”. Contini invoca anche una Legge Quadro che stabilisca meccanismi automatici dopo le catastrofi naturali per la ripartizione degli aiuti alle popolazioni colpite. “Non bisogna dimenticare che il diritto ad essere risarciti va conquistato, non è acquisito – attacca il coordinatore del Comitato alluvionati di Olbia – e non si ottiene standosene seduti sul divano”. Un’accusa velata a quanti hanno perso la speranza e se ne sono rimasti a casa. Poche centinaia di persone, infatti, hanno risposto all’invito e si sono recate in piazza a Olbia.

Le voci del popolo: da Olbia a Uras, fino a Torpè
La prima voce è quella della olbiese Maria Dettolo, che racconta quella terribile serata del 18 novembre e lancia una nuova accusa alla Protezione Civile e al mancato avviso di emergenza, con la popolazione che si è trovata sola, impreparata, senza protezione davanti al disastro. “Pioveva dalla mattina, mi ero messa gli stivali, sapevo che il cielo non prometteva niente di buono – racconta Maria – io ero per strada e mandavo tutti via, l’acqua invadeva tutto, vedevo solo i fari in mezzo alla pioggia e c’ero io, nessun altro e non avevo certo il giubbotto della Protezione civile”. Poi c’è Daniela Vacca, del Comitato di Uras, che cerca di guardare aventi. “Dopo sei mesi cerchiamo di ripartire – spiega la giovane alluvionata – ma serve che ci uniamo, che creiamo una rete dei Comitati per avere un’unica voce a livello regionale”. Parla anche Francesca Chessa da Torpè, nel ricordo di quei “giorni terribili, anche noi chiediamo di lottare insieme”. Infine Giovanni Bonannini, uno dei simboli dell’alluvione, artigiano titolare di una vetreria molto conosciuto in città. “L’unica cosa che ho avuto è stato un lumicino dalla Curia – racconta tra le lacrime – ringrazio solo l’incredibile solidarietà di persone, molte sconosciute, che in quei giorni mi davano una mano in mezzo al fango. Ora stiamo cercando di ricominciare, con i soldi che non sapremo quando restituire”.

Giovannelli: “Basta promesse, ci diano i soldi”. Poi un attacco a Caritas e Croce Rossa
“Per ora abbiamo avuto solo promesse di 90 milioni di euro dal Governo, altri 40 dal Consiglio regionale, ma non abbiamo avuto nulla, questo è inaccettabile – attacca Gianni Giovannelli il sindaco di Olbia, indagato dalla Procura della Repubblica di Tempio per i reati di omicidio colposo e disastro colposo per la mancata allerta – chiediamo un intervento finanziario reale per il rimborso delle spese assunte dalla popolazione alluvionata e dalle imprese per i danni subiti”. Il sindaco di Olbia decide di rivolgersi direttamente al Governo, “perché finora il Comune di Olbia ha speso un milione e mezzo di euro in contributi per i rimborsi e l’autonoma sistemazione”. Par di capire gli unici soldi che sono stati destinati direttamente a privati e imprese. Ma da domani Olbia si impegna a metterne in campo altri. “Domani il Consiglio comunale metterà in bilancio e stanzierà altri fondi per gli alluvionati – annuncia Giovannelli – con un lavoro congiunto con la Commissione consiliare istituita in maniera bipartisan, che deciderà la distribuzione delle risorse insieme alle associazioni, movimenti e Comitati di quartiere presenti in città”.

Poi quello che non ti aspetti. Un attacco durissimo ai vertici di Caritas e Croce Rossa, per la mancata assegnazione delle enormi cifre raccolte con la solidarietà del dopo alluvione. Cinque milioni di euro la Croce Rossa e oltre un milione di euro la Caritas. “Devono mettere queste risorse importanti immediatamente a disposizione degli alluvionati – continua Giovannelli – non posso sentire di persone che vanno alla Caritas e poi si rivolgono alle banche che gli chiedono gli interessi per erogare le somme”.

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