Marcello Porcu, ingegnere macomerese in California: “Sono partito per scelta, bisogna inseguire i sogni e vedere il mondo”

Il primo salto, fuori dall’Isola, a 23 anni: “Sono andato a Torino per conseguire la laurea magistrale”; il secondo, decisamente più lungo, quattro anni fa verso la California: prima vicino a Sacramento, da agosto scorso a San Francisco. Marcello Porcu, 31 anni, laureato in ingegneria informatica, è originario di Macomer; qui ha compiuto gli studi sino al diploma e vivono i suoi genitori, Luigi e Maria. Mauro e Sergio, i fratelli, sono rispettivamente a Cremona e a Cagliari.

Negli Stati Uniti, Marcello c’è arrivato non solo per la carriera, fa lo sviluppatore software in una compagnia che si occupa soprattutto di reti, quanto per scelta convinta. Una sensazione restituita chiaramente dal taglio netto delle sue parole che danno la dimensione di un’avventura vissuta intensamente «ho sempre desiderato viverci e quando mi si è presentata l’occasione, l’ho colta al volo».

A partire dal lavoro: “Sono all’interno di una start up che è stata poi acquisita da Riverbed Technology (azienda che conta 2600 dipendenti ndr); il mio team sviluppa un analizzatore di traffico di rete tramite il quale è possibile catturare traffico da una qualsiasi infrastruttura, analizzarlo e presentarlo sottoforma di diagrammi”.

Il resto della quotidianità è condito costantemente con l’ingrediente della curiosità, tanto tra i fornelli, grande passione di Marcello, quanto nelle relazioni interpersonali: “Mi piace sperimentare cucine diverse, a San Francisco trovi un po’ di tutto. Se ho nostalgia di piatti italiani, mi metto a preparare qualche ricetta che ho imparato da mia mamma. Ho questa varietà anche nelle frequentazioni perché avvicino persone provenienti da tutto il mondo. La permanenza all’estero mi ha regalato tanta esperienza, oltre all’opportunità di migliorare l’inglese”.

Degli americani, e dell’America in generale, sottolinea alcune caratteristiche: “Le persone sono molto amichevoli e curiose, ho imparato a salutare gli sconosciuti per strada oltre a tanti piccoli gesti che in Italia si sono un po’ persi. In generale gli interlocutori sono molto diretti e poco inclini alla cortesia di circostanza. Dall’altro lato, gli Stati Uniti ti insegnano un certo individualismo e, quindi, a cavartela da solo”.

Idee condizionate dal contesto in cui Marcello Porcu vive e che lui per primo evidenzia: “Gli Stati Uniti sono immensi e ogni stato ha usi e costumi differenti. Parlando della California, più in particolare di San Francisco, c’è da dire che è basata sul multiculturalismo e offre tante opportunità. Dinamismo e tolleranza sono due aspetti importanti della città. Lo stile di vita è rilassato e ti permette di avere un ottimo rapporto con l’ambiente naturale. Le persone sono aperte e, pur essendo straniero, non ho mai avvertito ostilità quanto, piuttosto, grande curiosità. Ognuno ha il proprio spazio. Il rapporto con gli italiani è molto buono anche perché tanti americani hanno un parente nel nostro Paese”.

La lontananza dalla Sardegna non si è trasformata in nostalgia: “Sono andato via non per necessità ma per scelta e in questo mi ritengo molto fortunato; inoltre non sono un tipo nostalgico e mi adatto facilmente. Torno almeno una volta l’anno, generalmente per passare il Natale a casa e, se posso, anche in estate per il mare. Ovviamente mi mancano la famiglia e gli amici. Non ho piani per il futuro e per ora sto bene a San Francisco”.

Per tornare c’è sempre tempo, nel mentre è importante conoscere altre realtà: “Dico ai giovani come me di inseguire i loro sogni, la Sardegna è bellissima – conclude l’ingegnere macomerese – però il mondo lo è ugualmente”.

Giovanni Runchina

 

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