Marco, un sardo a Los Angeles: “Vivo la rivoluzione della creator economy”

La sua pagina Facebook, “La tua guida a Los Angeles”, ha spopolato in pochi anni raggiungendo milioni di persone. L’ideatore è Marco Squintu, freelance trentenne, nato a Sassari. Da cinque anni vive a Los Angeles, la metropoli più popolosa e famosa della California, che fa conoscere agli utenti dei suoi canali social sotto ogni punto di vista. Si definisce “urban explorer” perché quello che fa è esplorare una città dove vivono quattro milioni di persone, che si affaccia sull’oceano, pullula di attrazioni e detta tendenze, raccontando curiosità e stili di vita. Ma Squintu è soprattutto un creatore di contenuti che riesce a monetizzare dai contenuti che crea online. Tecnicamente si parla di ‘creator economy‘ ed è un prodotto dell’evoluzione del mondo del lavoro e delle opportunità innescate dal digitale. In questa intervista racconta la sua esperienza e i motivi del suo successo.

Marco, qual è stato il suo percorso e perché è arrivato in America?

Sono partito dalla Sardegna per poi studiare a Bologna e lavorare tra la mia terra e Milano per una società di comunicazione. In America ci sono arrivato per amore, la verità è questa. Mi sono stabilito fin dall’inizio a Los Angeles, una città che cambia anno dopo anno, enorme e dispersiva, all’interno della quale ci si sposta molto in macchina. Ma dove ho avuto anche la possibilità di incontrare diversi personaggi famosi…

Per esempio?

Ho conosciuto Quentin Tarantino, ho giocato a basket con l’attore Adam Sandler e pranzato nel tavolo di fianco a quello di Al Pacino. Del Piero, invece, l’ho incontrato per via dei miei video, è stato un grande onore.

Di cosa si è occupato all’inizio?

I primi anni ho studiato cinema e video produzione e lavorato nel mondo della ristorazione. Nel mentre facevo dei video col telefonino mentre visitavo Los Angeles e altri luoghi della California. All’inizio mi divertivo e la consideravo una mera passione, ma poi è esplosa durante la pandemia fino a diventare un vero e proprio lavoro. Dal 2019 curo assiduamente la pagina Facebook “La tua guida a Los Angeles”, mentre poco dopo ho aperto anche il canale Instagram.

Quali sono i numeri della sua community?

Parliamo di 300 mila persone, mentre i video raggiungono milioni di visualizzazioni ogni settimana. Affronto principalmente i settori del cibo e della cucina, l’immobiliare, riuscendo a entrare nelle ville più esclusive, e poi tutto ciò che concerne l’intrattenimento e lo stile di vita californiano.


Si aspettava una visibilità del genere?

Sinceramente no, ma la chiave del successo è stata la costanza. L’impegno di creare contenuti tutti i giorni per tre anni ha portato a questi risultati. Non è tutto facile, tuttora faccio investimenti per far andare avanti il mio business. Per esempio, spendo per fare i contenuti, andare in ristorante.

Si è ispirato a qualcuno?
Sì. Piero Armenti è stato un precursore fondando la pagina “Il mio viaggio a New York”. Lui è stato sicuramente uno dei modelli di riferimento.


Perché le persone la seguono? Come si distingue?

Faccio vedere una città e un’area dell’America profondamente diversa, creando contenuti sempre diversi. La mia scelta strategica è stata quella di comunicare solo online e tramite i video. L’unicità, se si esprime continuamente, premia il lavoro. Ma voglio spingermi oltre: stiamo creando un’agenzia di comunicazione in collaborazione con altri creator per permettere ad altre persone di poter intraprendere una carriera come la mia. L’agenzia nasce per dare gli strumenti per poter guadagnare autonomamente dall’online. Nel lungo periodo, invece, aspiro a fare il creator in giro per il mondo.

Il suo libro, “La tua guida a Los Angeles”, come sta andando?

Bene, sta vendendo tutti i giorni. Anche lì ho creato un servizio ad hoc, una guida diversa dal solito che racconta la città non come una classica guida turistica ma dal punto di vista di una persona che la vive tutti i giorni. Penso che la gente sia interessata perché i contenuti sono coinvolgenti e originali. Ho un appuntamento quotidiano con la mia community.


Qual è il suo approccio nei confronti degli ‘haters’?

Positivo! Perché sono persone che guardano i miei video e li condividono, quindi anche loro contribuiscono al successo della pagine. Nel 2021 ho fatto 110 milioni di visualizzazioni anche grazie alle persone che non apprezzano i miei contenuti. Non è un problema, sono cosciente che quando si raggiungono dei numeri così alti si va incontro alla massa che è lo specchio della società, quindi arrivano commenti molto vari e critici, anche maleducati. Ma vado avanti.

Cosa insegna la sua storia?

La mia esperienza in America insegna che è possibile raggiungere i propri obiettivi. Mai mettere da parte i propri sogni. Io adesso guadagno e vivo dei contenuti che creo solo per me, non per altre aziende. Certo, non è stato facile ma non è impossibile. Questa è la città delle occasioni e bisogna saperle sfruttare. Se ci sono riuscito io, può farlo chiunque.

Laura Fois

[Foto: facebook.com/latuaguidaalosangeles]

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