Zona franca, i dubbi del Consiglio regionale

Aspettando Ugo Cappellacci. Sulla Zona franca il giorno del presidente è arrivato: domani, in Consiglio regionale, il capo della Giunta scoprirà le carte.

Aspettando Ugo Cappellacci. Sulla Zona franca il giorno del presidente è arrivato: domani, in Consiglio regionale, il capo della Giunta scoprirà le carte sulla domanda chiave di tutta la battaglia. Ovvero: la Sardegna come dovrebbe compensare i due miliardi e mezzo di mancato gettito che la defiscalizzazione comporterebbe? Il governatore avrebbe risposto già oggi, ma diciotto onorevoli si sono ritagliati venti minuti per dire la loro sul taglio di Iva e accise. Così l’intervento di Cappellacci è scivolato di ventiquattro ore. In Aula si comincerà alle 10.

I COSTI. Stavolta non hanno litigato. Ma solo perché sulla Zona franca solo domani si entrerà nel vivo, quando il presidente scioglierà «tutti i dubbi su una rivendicazione così alta, quale la defiscalizzazione», ha chiarito. Ma nel frattempo una cosa è pacifica, rilanciata da sinistra e confermata da destra: con l’azzeramento dell’imposta sui beni di consumo e sulla produzione, la Regione dovrà rinunciare a un gettito annuo di 2,5 miliardi.

NUMERI PRECISI. I dettagli li ha spiegati Giampaolo Diana, capogruppo Pd, primo firmatario della mozione protocollata il 19 giugno e con la quale il Partito democratico aveva chiesto lumi al governatore sulla «concreta applicabilità della defiscalizzazione». Diana ha osservato: «Dalla riscossione dell’Iva, la Sardegna incassa ogni dodici mesi 1,9 miliardi, a cui si devono aggiungere 600 milioni di accise. A noi risulta che per compensare una quota tanto alta di tributi, servirebbe creare 200mila nuove buste paga, tassate secondo il costo del lavoro attualmente applicato». Il capogruppo democratico l’ha detta diretta: «Presidente, noi attendiamo di capire se questo obiettivo sia realmente alla nostra portata. Se così fosse, ribadisco che il Pd è favorevolissimo alla Zona franca, e non staremo dietro di lei, ma al suo fianco nel raggiungere l’obiettivo».

I DUBBI. Sulla stessa lunghezza d’onda si è mossa Claudia Zuncheddu (Sardigna libera) che ha continuato a fare i conti sulla defiscalizzazione, ma con poco ottimismo. «Io non vorrei – ha precisato – che la Zona franca aprisse all’ingresso di nuovi padroni. Io sono perché siano i sardi a decidere, una volta per tutte». Pure la Zuncheddu ha tirato fuori qualche dato: «Dallo studio di un nostro esperto, risulta che i due miliardi e mezzo di mancato gettito, tra Iva e accise, non sono recuperabili, nemmeno nella migliore previsione sull’aumento dell’occupazione. Non fosse altro che, attualmente, il resto dei tributi costa già parecchio a imprese e cittadini. Stiamo parlando di un carico Irap pari a 800 milioni, a cui vanno sommati due miliardi di Irpef e altri 600 milioni di Ires».

IL DIBATTITO. Resta il fatto che le distanze tra destra e sinistra sono abissali. Dal Pd la bocciatura alla Zona franca l’ha rimarcata un severissimo Gian Valerio Sanna, che ha tuonato: «La Sardegna non può nemmeno permettersi di sognare la defiscalizzazione». E poi, rivolto a Cappellacci, ha sottolineato: «Presidente, se è vero, come lei dice, che la nostra Isola ha diritto alla Zona franca, la invitiamo a presentare ricorso alla Corte costituzionale, o a quella di Giustizia europea, per rivendicare l’immediata attuazione della defiscalizzazione. Su questo sì, le diamo pieno mandato, e siamo pronti a noi sostenerla. Ma sappiamo che la giurisprudenza non è favorevole alla Sardegna, la Zona franca integrale non ci spetta». Angelo Stochino ha puntato la prua contro Sanna: «Onorevole, l’Isola sogna perché la defiscalizzazione può aprire uno scenario diverso, di rilancio economico. Ma la battaglia con Roma dobbiamo portarla avanti tutti insieme. Come hanno già fatto 320 Comuni, approvando nelle rispettive assemblee le mozioni a sostegno del taglio all’Iva e alle accise».

ASPETTANDO CAPPELLACCI. Certo è che Stochino ha le sue perplessità sul percorso finora portato avanti. «Il primo passaggio da fare – suonava l’invito dell’onorevole ogliastrino a tutta l’Aula – è sederci al tavolo col Governo e capire cosa lo Stato ci possa realmente dare». Giuseppe Cuccu (Pd) ha sottolineato: «Se è vero che la Zona franca ci spetta per controbilanciare gli svantaggi dell’insularità, è Roma che deve accollarsi gli oneri del mancato gettito in entrata». Domani tocca a Cappellacci: sarà lui a chiudere il dibattito in Consiglio regionale. Difficile prevedere quali carte e numeri porterà in Aula il presidente. Ma sembra scontato che l’unità tra maggioranza e opposizione resti un miraggio.

Alessandra Carta

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share