Tuvixeddu, l’imprenditore Cualbu chiede altri danni alla Regione

La Nic srl ha già ottenuto 77,8 milioni per la chiusura del cantiere. Ora è pronta ad avviare una richiesta di risarcimento sui mancati lavori.

Giuseppe Cualbu, l’imprenditore cagliaritano che insieme al padre Gualtiero voleva realizzare a Tuvixeddu un mega complesso residenziale da 260mila metri cubi, è pronto a chiedere altri danni alla Regione, dopo i 77.827.000 milioni decisi il 23 aprile 2013 da un lodo arbitrale per la sola chiusura del cantiere. Adesso in ballo c’è la mancata attuazione dell’accordo di programma.

Cualbu jr è l’amministratore delegato della Nic srl (Nuova iniziative Coimpresa), società che il 15 settembre 2000 firmò l’intesa con la Regione, il Comune di Cagliari e altri privati proprio per allineare i mattoni ai margini della necropoli punica. Ma nel 2006 la giunta di Renato Soru decise di bloccare i lavori. Da lì una lunghissima battaglia combattuta a più livelli, da quello amministrativo al civile, e conclusa col riconoscimento del danno da parte del collegio arbitrale formato da Franco Bile, Nicolò Lipari e Giovanni Olla. Quei 77 milioni concessi alla srl sono i danni derivanti dalla chiusura del cantiere per 1.971 giorni, dal 2006, quando dovevano partire le opere, al 2013 appunto, e pagati 39mila euro al giorno. La Regione, tuttavia, ha versato in tutto 84 milioni, sommando interessi maturati e spese processuali.

I Cualbu, attraverso il loro avvocato romano Francesco Astone, si dicono pronti a nuova richiesta di risarcimento, sempre attraverso “domanda di arbitrato”, stavolta per la “mancata attuazione del programma oggetto dell’accordo“, nonostante “la Nic abbia nuovamente, e in più di una occasione, invitato la Regione ad adempiere”. Il legale della società cagliaritana parla di tre lettere spedite dalla Nic nel 2014, precisamente “il 28 luglio, l’8 agosto e il 2 ottobre, ricevendo risposte” che da una parte “non escludevano l’esecuzione dei lavori”, ma dall’altra “non venivano seguite da alcuna concreta collaborazione finalizzata all’adempimento. Di conseguenza Nic – si legge ancora – ha tratto conferma della persistente e definitiva volontà della Regione non di ottemperare all’Accordo stesso e quindi della ugualmente definitiva impossibilità di realizzarlo”.

Tecnicamente i Cualbu chiedono “il risarcimento del danno complessivamente ottenuto”, oltre la chiusura del cantiere. La lettera dell’avvocato romano è datata 10 giugno 2015 (qui il testo integrale). In Regione l’hanno ricevuta con raccomandata il 22 giugno scorso. Poi la Direzione generale dell’Ufficio legale, guidata da Sandra Trincas ,l’ha girata al presidente Francesco Pigliaru e agli assessori Raffaele Paci (Programmazione), Cristiano Erriu (Urbanistica), Paolo Maninchedda (Lavori pubblici) e Claudia Firino (Pubblica istruzione). Sono tutti convocati il 10 luglio, alle 10, alla riunione interna per “l’esame congiunto di un percorso di risoluzione della vicenda”, hanno messo nero su bianco gli avvocati della Regione.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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