Ganau a Roma per formalizzare il referendum contro le trivellazioni

Trasferta a Roma del presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, per la firma degli atti relativi al referendum abrogativo anti trivellazioni che il 9 e 10 novembre verranno depositati in Corte di Cassazione. I delegati delle dieci regioni (Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Abruzzo, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise) che nelle rispettive aule consiliari hanno approvato le delibere per attivare la richiesta di referendum abrogativi relativi ad alcune parti dell’art.38 dello Sblocca Italia e dell’art. 35 del decreto Sviluppo, firmano – nello specifico – l’ordinanza emessa dalla Corte di Cassazione con le denominazioni (titoli) attribuite d’ufficio a sei quesiti referendari e le memorie recanti osservazioni sugli stessi.

“Il senso dell’azione referendaria – dichiara il presidente Ganau – è il blocco di tutti i progetti in essere. La sua approvazione farà sì che il divieto sia assoluto e non superabile, in quanto non potrà più essere introdotta alcuna norma che lo consenta. La Conferenza dei presidenti dei Consigli regionali, promuovendo all’unanimità l’iniziativa, e le assemblee legislative che hanno dato seguito con l’ approvazione delle delibere consiliari ai sei quesiti referendari – aggiunge il massimo rappresentante dell’Assemblea sarda – hanno voluto ribadire con forza il proprio no ad ogni intervento di piattaforme petrolifere entro le 12 miglia in mare, ribadendo il proprio diritto ad esprimersi su progetti di grande impatto ambientale, che interessano i loro territori e le loro popolazioni, riaffermando il ruolo delle regioni e dei suoi rappresentanti eletti”.

 

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