Svuotare il Psd’Az e indebolire Fi: nuovo Centro coi dissidenti di Solinas sgraditi a Fdi

Alessandra Carta

Una nuova Dc federata si prepara a segnare il passo alle Regionali di febbraio 2024. Dentro ci sono i delusi di Christian Solinas, quelli che con lui hanno flirtato prima del divorzio, ma anche imputati ed ex dem. L’alleanza sta prendendo forma col solo obiettivo di fare cassa elettorale, visto che il Psd’Az, per colpa del governatore, sarà un partito condannato alla bassa classifica del consenso. Si aggiunga che agli occhi degli elettori la morte di Silvio Berlusconi rende Forza Italia meno appetibile rispetto al passato.

Il puzzle è complicato, perché mette insieme la polveriera centrodestra che tuttavia come coalizione non ha l’aria di essere vicina all’esplosione. Anzi. È invece certo che stanno per saltare in aria tutta una serie di equilibri interni che da qui all’autunno, quando i giochi delle Regionali andranno definiti, diventeranno resa dei conti obbligata.

La cornice di tutto è l’alleanza tra Antonello Peru e Stefano Tunis, benedetta dal pienone nella prima uscita di Sassari, lo scorso aprile, quando un Teatro comunale stracolmo ospitò la presentazione di ‘Sardegna al centro 2020‘, il nuovo partito che alle Regionali di febbraio vuole giocare da protagonista. Peru – la cui situazione giudiziaria resta ingarbugliata per via di Sindacopoli, l’inchiesta che lo accusa di associazione per delinquere – si è comunque alleggerito di due processi e l’assoluzione di una settimana fa dalla tentata concussione gli ha restituito pure il posto in Consiglio regionale (a febbraio 2022 è uscito invece dal processo per i maltrattamenti dei malati di Alzheimer). Non che sino all’altro giorno si fosse ritirato a vita privata, ma adesso ha ricominciato a picchiare duro, politicamente parlando.

L’attivismo di Peru e Tunis vale una mossa dietro l’altra, e tutte alle luce del sole. Ieri a Nuoro i fondatori di ‘Sardegna al centro 2020’ hanno chiamato a raccolta i moderati sardi. Su tutti ha risposto Giuseppe Luigi Cucca, l’ex segretario sardo del Pd passato con Matteo Renzi in Italia Viva e poi emigrato nell’Azione di Carlo Calenda. Cucca, che con l’ex sindaco di Firenze l’ha finita malissimo, è da tempo che nel centrodestra ci sta benone. Tanto che Solinas l’aveva scelto come segretario generale in Regione per uno degli incarichi più brevi della politica sarda: quattro giorni dopo è arrivata la rinuncia con una nota congiunta (leggi qui). Azione, nei giorni scorsi, ha partecipato al tavolo del centrosinistra. Ma prima dell’appuntamento a Nuoro, il calendiano sardo Antonio Avino ha detto di aver partecipato al confronto con Pd, M5s e alleati “solo per ascoltare”.

Peru e Tunis stanno fiutando il colpaccio a febbraio 2024, complici anche le disgrazie degli avversari. Dal Psd’Az si sta scappando: lo dimostra la partecipazione di Franco Mula e Giovanni Satta all’evento centrista di Nuoro. Mula, ex sindaco di di Orosei, capogruppo dimissionario dei sardisti lo scorso marzo, sarebbe voluto emigrare in Fdi, ma dal partito di Giorgia Meloni già a marzo, quindi in tempi non sospetti, hanno spiegato di non gradire i cambi di casacca di convenienza. Senza troppi giri di parole a frenare è stato il leader in Aula, Fausto Piga.

Quanto a Satta, che nei Quattro Mori sta esercitando da capogruppo, è impegnato nella costruzione di Alleanza Sardegna, con la quale resuscitare l’Uds di Mariolino Floris, il partito che nella passata legislatura gli permise di essere ripescato in Consiglio regionale. Satta, che al pari di Peru non ha chiuso i conti con la giustizia – è a processo per traffico di droga e indagato per una presunta tangente ottenuta nella vendita di una Rsa a Monastir – sta ugualmente sognando in grande. L’Unione Sarda riporta la possibilità che il sardista porti dalla sua il rettore dell’Università di Sassari, Gavino Mariotti, deciso a entrare in politica, a quanto sembra. Il quotidiano di Cagliari ha segnalato pure la presenza di Attilio Dedoni, ex dei Riformatori, attuale commissario della rediviva Democrazia cristiana.

Dal Psd’Az se ne vogliono andare pure il cagliaritano Stefano Schirru e il sassarese Piero Maieli. Aveva le stesse intenzione anche il sulcitano Fabio Usai che però a Nuoro non si è visto. Non c’erano nemmeno i Riformatori che hanno tutto l’interesse a non liquefarsi nel nuovo partito di Tunis e Peru e infatti hanno organizzato un proprio percorso politico che domani toccherà Oristano. Poi tappa a Sassari a settembre, per poi chiudere il cerchio a Cagliari a novembre con la definizione delle liste.

A Nuoro non c’erano nemmeno i renziani di Italia Viva, assenti anche dal tavolo del centrosinistra la settimana scorso. Ma dopo il mancato matrimonio con Calenda, viene difficile che pure il partito di Renzi si butti nella mischia del Grande centro, sebbene questo sia il desiderio dell’ex sindaco di Firenze. Nel capoluogo barbaricino non si sono visti nemmeno gli Udc, con quel poco di scudo crociato che resta dopo la morte di Giorgio Oppi.

Va detto che Tunis, proprio alle Politiche di settembre 2022, stava provando a ‘prendersi’ l’Udc insieme a Peru. Ma così avrebbero dovuto rendere i conti a Lorenzo Cesa, il leader nazionale. Da lì la decisione di giocare almeno alle Regionali con un proprio partito, in modo da poter dettare totalmente la linea sino a fare da traino alla costruzione di una Dc federata a cui in tanti stanno guardando con interesse.

Muoversi al centro significa pure guardare nel campo di Forza Italia che, sempre alle Politiche di settembre 2022, fu nell’Isola il secondo partito del centrodestra, dietro Fdi e davanti alla lista unica di Psd’Az e Lega. Gli azzurri affronteranno le Regionali con l’incognita di Berlusconi morto. Ma soprattutto da qui all’apertura delle urne mancano sette mesi, che sono tantissimi per un partito rimasto senza leader dopo trentanove anni.

La carne al fuoco è tanta. Gli assetti del centrodestra, però, si possono prevedere con un certo anticipo: per Psd’Az e Lega non si profilano elezioni da dimenticare. Gli Fdi hanno il vantaggio di poter contare sulla spinta della Meloni. Ma le manovre al centro sono senza dubbio l’orizzonte che al momento sembra avere maggiori chance, non fosse altro che il cartello elettorale verrà venduto come una novità.

Alessandra Carta

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