Solinas vuole ‘mangiare’ la Lega. E Salvini manda Zoffili in missione a Cagliari

Alessandra Carta

Christian Solinas è in pieno movimento. Il presidente della Regione si sta distinguendo per attivismo, come nemmeno nel Psd’Az potevano immaginare. È sua l’idea della lista unica tra Quattro Mori e Lega alle Regionali del 2024, riproponendo il modello delle Politiche 2022. Solo che in quel caso il vantaggio era tutto per il partito di Matteo Salvini; se invece la stessa strategia venisse calata su scala sarda, sarebbero solo Solinas e i suoi a guadagnarci. Fatto sta che per discutere di tutto questo ieri è arrivato nell’Isola, per poi ripartire in giornata, l’ex commissario del Carroccio, Eugenio Zoffili.

Ma andiamo con ordine: Solinas, col sostegno de L’Unione Sarda, da qualche giorno ha fatto rilanciare l’ipotesi di una sua candidatura. Un copione costruito lentamente. Prima le “quotazioni che risalgono”, senza che nessun alleato abbia mai parlato. Poi la certezza della discesa in campo. Il giornale di Cagliari l’ha detto e ridetto, tanto che oggi Solinas viene considerato da tutti in partita. Poi: se sarà veramente lui il capo della coalizione, non è dato saperlo. Ma un suo eventuale passo indietro andrà eventualmente ricompensato con altro incarico.

Nella costruzione di questa nuova narrazione, fatta anche di lacrime a San Gavino davanti agli operai della Glencore, Solinas non ha dimenticato la Lega, l’alleato più fedele. A Salvini, il presidente della Regione ha proposto di portare avanti la strategia elettorale dello scorso settembre, quando alle Politiche il Psd’Az corse insieme alla Lega, accontentandosi di fare da stampella, visto che c’erano solo leghisti nelle posizioni in lista capaci di garantire l’elezione. Poi: i due partiti hanno fatto una figuraccia raccogliendo il 6,28 alla Camera e il 6,86 al Senato. Ma adesso, a parti invertite negli effetti, Solinas vuole che ‘condannare’ la Lega al ruolo di Cenerentola.

L’ipotesi delle liste uniche per le Regionali del prossimo anno ha fatto venire i brividi ai consiglieri regionali del Carroccio, i quali temono di essere mangiati da Solinas e dal Psd’Az. Si prenda, giusto per fare un esempio, il collegio di Cagliari: nel 2019 Gianni Chessa prese 3.962 voti; Nanni Lancioni 3.496; Stefano Schirru 2.632. Ignazio Artizzu, il quarto, chiuse a quota 2.319; Roberta Loi, la quinta, a 2.180. Sesta fu Solange Pes con 2.044 preferenze. Il primo della Lega, Andrea Piras, si è fermato a 2.109 voti. Significa, come nelle paure delle camicie verdi, che il Carroccio porterebbe linfa elettorale a esclusivo vantaggio dei sardisti.

Visto lo spauracchio Solinas nelle fila della Lega, ieri Salvini ha spedito a Cagliari il fedele Zoffili, al quale è stato spiegato lo scenario. Il deputato, dal canto suo, ha portato nell’Isola il verbo del leader lombardo chiarendo che l’alleanza con il Psd’Az non si tocca. Non solo: Zoffili ha anche annunciato la possibilità di un cambio al vertice nella Lega sarda. Da quasi due anni, il capo regionale è il parlamentare Dario Giagoni, ex consigliere regionale sempre più anti-Solinas, un ruolo che a Salvini mesi fa andava bene. Adesso, invece, la testa di Giagoni va consegnata ai Quattro Mori come pegno per le Regionali del prossimo anno.

Come possibile sostituto, si fa intanto il nome dello stesso Piras, uno che con Solinas va d’accordo. Gira anche voce che il prescelto possa essere Mario Nieddu, visto che è politicamente parlando è disoccupato, sebbene l’ex assessore alla Sanità non ha dalla sua il fatto di essersi tolto qualche sassolino dalla scarpa quando venne licenziato dalla Giunta (leggi qui). La terza opzione è Michele Pais, il presidente del Consiglio regionale che rispetto a Piras ha più esperienza e con Solinas va abbastanza d’accordo, a parte qualche episodio. C’è solo il dubbio, anche in un partito non esattamente democratico come la Lega: il profilo istituzionale di Pais potrebbe mal conciliarsi con il ruolo di commissario regionale.

Adesso si attende che Salvini decida il da farsi, e quello sarà l’ordine che i leghisti sardi dovranno rispettare. Del resto, se nel Carroccio a nessuno piace l’ipotesi di liste uniche per l’elevatissimo rischio di non conquistare nemmeno un seggio, è vero pure che la Lega non ha più l’appeal del 2019. Anche correndo da sole, le camicie verdi potrebbero incorrere in una magra figura. Altra cosa è l’alleanza col Psd’Az: Giagoni ne farebbe volentieri a meno, a differenza di Pais e Piras. Non a caso Zoffili è venuto in Sardegna anche per spegnere le voci interne del dissenso.

Alessandra Carta

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