Sla, Usala attacca la Regione: “Pensate solo alla farsa dell’ebola”

La lettera, questa volta è indirizzata al solo Esecutivo regionale: al presidente Francesco Pigliaru, all’assessore alla Sanità, Luigi Arru e all’assessore al Bilancio, Raffaele Paci. Torna in campo con parole dure Salvatore Usala, malato di Sla, storico e coraggioso portavoce del Comitato 16 novembre. E annuncia un presidio permanente di protesta per il 10 giugno, a partire dalla mattina, davanti alla sede dell’assessorato alla Sanità. E sarà subito sciopero della fame per i malati non autosufficienti: 50% delle calorie: “Se volete che nessuno si faccia male avete tutto il tempo per provvedere”. La causa della protesta sono le promesse che non sarebbero state mantenute dalla Regione sul fronte assistenza domiciliare. Per cui dice Usala, c’è una settimana di tempo per predisporre delibere a proposito, “Prima che ci scappi il morto”, dice, sollevando il tono della protesta. La manifestazione drastica è intesa come unica strada: “Vista l’arroganza e la mancanza di dialogo, pensate solo alla farsa dell’ebola”.

Tra le contestazioni formulate per punti: il ritardo sia per il bando per i corsi formativi, sia la legge 162, ossia per l’assistenza domiciliare. Poi si contesta la rimodulazione del Ritornare a Casa con una scadenza al  15 settembre per la comunicazione dei progetti. Ma “in mancanza di risorse” ci sarà un nuovo incredibile criterio: verranno l’ordine d’arrivo. Così commenta Usala: “Un bisogno e diritto non si misura con chi arriva prima, la nota cambiata, i fondi vanno trovati”. Infine i fondi, da integrare. così si legge: “le ultime determine, di rimborso del ritornare a casa, prevedono l’utilizzo di € 4.607.000 del Fondo Nazionale della non Autosufficienza per coprire i fondi relativi ai finanziamenti aggiuntivo e straordinario del ritornare a casa. Quei fondi sono aggiuntivi rispetto ai fondi regionali, vanno utilizzati, come l’anno scorso, per integrare i progetti della 162/98 dei più gravi e del ritornare a casa.

A nulla, sostiene il portavoce, hanno portato le richieste urgenti di un incontro con i membri della Giunta. Restano quindi i numeri tracciati nella lettera di protesta: l’anno 2014 sono stati spesi 39 milioni per il Ritornare a Casa, nel 2015 hanno stanziato 30 milioni. E la bocciatura: “semplicemente ridicolo”. Da qui la decisione, ultima, della protesta estrema, per strada, come successo più volte.

 

 

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