Il segretario Silvio Lai: «Le primarie si faranno»

«Quella sulle primarie è una tempesta in un bicchiere d’acqua: le primarie non si spostano dal 29 settembre, le regole che ci siamo dati sono ferme, ma è importante anche la fiducia degli alleati». Silvio Lai rompe il silenzio con una dichiarazione all’ANSA e, passate ventiquattro ore dalla controffensiva lanciata da Francesca Barracciu, conferma l’appuntamento pre-elettorale del centrosinistra. Obiettivo: scegliere il candidato governatore per le Regionali del 2014.

Era attesa una dichiarazione del segretario Pd che replica così all’affondo dell’eurodeputata. Ieri la Barracciu aveva detto: «È in atto un folle tentativo di non fare le primarie». Ma Lai rassicura e ribadisce l’apertura delle urne per il 29 settembre.

Poi il segretario pensa subito agli alleati: «Rispettiamo le forze politiche e le esigenze poste, e continuiamo a lavorare per trovare una soluzione condivisa il più possibile». Il passaggio del segretario fa ovviamente riferimento al vertice di ieri, quello che per l’ennesima volta ha riunito il centrosinistra. Con una sorpresa: Sel, Idv, Upc, RossoMori, Centro democratico, Verdi e socialisti hanno chiesto di posticipare la presentazione delle candidature dall’8 agosto al 2 settembre.

Lai, a ben vedere, su questa richiesta non chiude la porta, ma si dice pronto al dialogo, di certo all’ascolto. Il suo mantra è «fare ogni sforzo per lavorare insieme a tutto il centrosinistra». Tanto che non ha ancora convocato la Direzione regionale, come sollecitato dalla Barracciu, ma pure dal consigliere regionale Mario Bruno e dl sindaco di Quartucciu, Lalla Pulga.

La rivendicazione dei tre parte da un presupposto: il 19 luglio, nell’ultima riunione dei vertici Pd, a Lai è stato dato il mandato di portare al tavolo della coalizione il paletto dell’8 agosto, come termine ultimo per presentare le candidature alle primarie. Quindi, l’eventuale spostamento della data, dovrà essere concordato collegialmente, dentro il Pd.

Lai non lo dice espressamente, ma da ieri sta saggiando umori e posizioni interne. Del resto, solo se la maggioranza del partito è d’accordo, si può modificare il regolamento delle primarie.

Il segretario non rischia certo di essere messo in minoranza nella Direzione. Ma resta il fatto che tutto dovrà essere deciso tutto entro domani. Il numero uno dei democratici sardi non ha altri giorni a disposizione per convocare i suoi, eventualmente.

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