Sei mesi per una radioterapia, Doria: “Tempi previsti dalle linee guida”. L’opposizione lo attacca

Una riga del certificato medico aggiunta da ignoti con invito al paziente a rivolgersi fuori Sardegna, “un fatto gravissimo perché è passato il messaggio che per curarsi bisogna andare fuori regione. E non è giusto denigrare i medici e gli operatori che sono rimasti in Sardegna a lavorare”. L’assessore alla Sanità, Carlo Doria, nell’aula del Consiglio regionale, dove si sta discutendo del collegato alla Finanziaria, è intervenuto così per chiarire, dopo le sollecitazioni dell’opposizione nella scorsa seduta, la vicenda del paziente oncologico di Fonni che ha ricevuto dal servizio di Radioterapia dell’ospedale di Nuoro la lettera con l’invito a curarsi fuori dall’Isola.

Doria ha ribadito, dopo averlo già fatto in conferenza stampa e in altre occasioni mediatiche, i numeri delle radioterapie sarde: “La Asl di Nuoro per la prostata ha tempi da 4 a 6 mesi dalla prima visita, la Asl del Businco dai 4 ai cinque mesi; a Sassari entro 4-6 mesi; il Mater Olbia garantisce la prestazione a 120 giorni. Quindi la situazione della radioterapia sarda è assolutamente in linea con i tempi previsti dalle linee guida“.

Lungo il dibattito dopo le parole del titolare della Sanità. Per Gianfranco Satta (Progressisti) “oggi l’assessore Doria non ha chiarito i contorni di questa vicenda. Davanti a una tale situazione come può l’assessore pensare al danno di immagine della sanità sarda se il problema è la mancanza di soluzioni concrete?”. “Di fronte a tutte segnalazioni di malasanità lei non fa altro che smentire e minacciare querele – ha incalzato Desirè Manca (M5s) -. Negare l’evidenza è un modo per non affrontare il problema. Quello del malato di Fonni non è un caso isolato. Lei dovrebbe avere l’umiltà di sedersi con tutti i consiglieri di maggioranza e opposizione per cercare di trovare una soluzione”.

“Di fronte al caso del paziente di Fonni provo imbarazzo – ha spiegato Gianfranco Ganau, capogruppo del Pd -. Non è una vicenda isolata, purtroppo ci sono altre segnalazioni. Ciò testimonia che c’è qualcosa che non funziona. Non può essere che i medici consiglino ai pazienti di recarsi fuori dalla regione per curarsi adeguatamente”.

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