Segretario scelto da Solinas: contratto di un anno e rinvio sul compenso

Sta diventando una telenovela la paga di Francesco Scano, l’ex presidente del Tar ingaggiato da Christian Solinas come segretario generale della Regione: anche nel contratto firmato il 19 ottobre scorso, all’articolo 7 è scritto che “il trattamento economico verrà determinato con successivo provvedimento”.

È la seconda volta che sulla retribuzione di Scano c’è un rimando ad altro documento. La prima mancata definizione era contenuta nel decreto di nomina firmato da Solinas il 18 ottobre. Allora lo stesso identico riferimento sul compenso era contenuto all’articolo 2. Per questo ci si aspettava che la partita economica venisse definitivamente risolta col contratto messo nero su bianco il giorno 19 dalla Dg dell’assessorato al Personale, Silvia Cocco.

Invece nulla da fare. E questo ritardo potrebbe essere il segno di qualche problema. Infatti: se Scano è in pensione, come la Corte dei Conti aveva già chiarito per l’ex presidente di Abbanoa, Gabriele Racugno, non può essere prevista alcuna retribuzione visto che viene già erogato il trattamento in quiescenza. Non solo: il contratto di Scano all’articolo 1 fissa in “un anno” la durata dell’incarico, proprio come prevede la normativa nazionale per gli incarichi ai pensionati e come ha sottolineato nella deliberazione 90/2020 la magistratura contabile attraverso la Sezione controllo presieduta da Donata Cabras (formavano il collegio anche Elisabetta UsaiCristina Ragucci e Maria Stella Iacovelli).

Il contratto di Scano è stato chiesto e ottenuto dal capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, il quale a ottobre, sul caso del segretario generale, ha protocollato una richiesta di accesso agli atti. Ad Agus è stato consegnato il contratto come unico documento, quindi al momento si tratta dell’atto è il più aggiornato.

Mettendo insieme tutti i tasselli, viene da pensare che quel vincolo sui pensionati ribadito anche dalla Corte dei Conti sia la momento un ostacolo. Di certo fa specie che una figura così importante come quella del segretario generale, inquadrata come “vertice dell’assetto organizzativo e direzionale della Giunta”, abbia solo un anno di mandato. Dodici mesi in cui non si fa in tempo a calarsi nel ruolo, che arriva la fine (al netto di eventuali proroghe).

In base alla legge 10 e come espressamente previsto anche nel contratto, Scano è “gerarchicamente sovraordinato ai direttori generali” ed è potere di Solinas “affidargli ulteriori competenze”, è scritto ancora all’articolo 2. Di certo il segretario generale è “il responsabile dell’attuazione coordinata e integrata degli indirizzi politici, della qualità dell’azione amministrativa, dell’efficienza della gestione e del funzionamento complessivo delle strutture della Regione”. Tutto questo per un solo anno e senza che si sappia il compenso.

Il tema della retribuzione è diventato centrale perché nel ddl 107 della Giunta, convertito dal Consiglio regionale in legge 10, era fissata una paga di 286.500 euro, una roba finita anche sulla stampa nazionale vista l’esosità. Tanto che nella 10 “il trattamento economico riconosciuto al segretario generale non può superare i limiti delle norme in materia di contenimento della spesa per il personale, dei tetti retributivi previsti dalla legislazione vigente e delle risorse a ciò destinate dalla contrattazione collettiva applicati anche al segretario generale del Consiglio regionale”. Ma sulla cifra resta il mistero.

Agus insiste: “Stiamo seguendo con attenzione la vicenda, vista l’importanza della figura nel governo della Regione, e per questo crediamo che non debba esserci il minimo dubbio sulla procedura applicata. Come Progressisti, auspichiamo che finisca al più presto questo clima di eterno cantiere, dove tutto avviene a colpi di proroghe brevi. Negli assessorati ci sono nove direzioni generali commissariate, come la gran parte degli enti regionali e tutte le Assl. Se la paralisi politico-amministrativa dipendeva dalla nomina del segretario ed era di carattere burocratico, diceva il centrodestra, adesso non ci sono più scuse perché permanga questo stato di incertezza, insopportabile e dannoso”.

Al. Car.

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